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Il sussurro che rende l’umano possibile

Il 29 luglio 2019 nell’ambito di un’iniziativa chiamata “Green Legacy” l’Etiopia ha annunciato di aver piantato più i 350 milioni di alberi. In un giorno solo, un Paese conosciuto dall’opinione pubblica occidentale quasi solo per questioni politiche e militari, è riuscito a diventare detentore di un record mondiale (togliendo il primato all’India che nel 2017 ne aveva piantati 66 milioni in 24 ore) e paladino di un messaggio mondiale importantissimo: prendiamoci cura della natura.

In un momento storico in cui scendere in piazza e lottare contro le politiche delle multinazionali, il riscaldamento globale e l’inquinamento è importantissimo, agire per amore della natura lo è ancora di più. Non solo per tentare di arrestare l’ormai inevitabile declino ambientale che ormai ci circonda ma anche per provare a onorare il significato di essere ospiti di un Pianeta; nei doveri che abbiamo nei suoi confronti e nell’amore.

Quando Richard Powers (Illinois, 1957) ha iniziato le ricerche per il suo libro, non avrebbe mai immaginato di scoprire che l’America, più precisamente gli Stati Uniti della sua infanzia, fossero diventati un vero e proprio cimitero delle foreste.
«Il 98% delle foreste vergini del Paese sono stati abbattuti e ora ne rimangono poche zone sparse», ha dichiarato in un’intervista al Corriere della sera.
E proprio da questa sparizione, da questo silenzio enorme, Powers ha voluto ricostruire qualcosa.

Il sussurro del mondo (La nave di Teseo, 2019) è un romanzo in anticipo sui tempi e sulle regole dei giochi editoriali. È stato definito ecologico quando le questioni e le battaglie del cambiamento climatico non avevano riempito le strade di tutto il mondo e gli editoriali delle riviste più impensabili.
Una dichiarazione d’amore nei confronti della natura. Quella che ancora resiste e quella che ci sta abbandonando; lentamente, in silenzio. Una storia composta da tante vite, un coro di voci normali e eroiche allo stesso tempo.

«Ho fatto diversi tentativi prima di riuscire a dare un ordine vero e proprio al libro», racconta Powers. La storia di nove personaggi improbabili ma profondi come le origini del mondo si intreccia, si scontra e si srotola nella prima parte del libro, chiamata Radici. Le loro esistenze, le loro battaglie e le loro sconfitte si mescolano con il corso della vita di tutti tra morti, traslochi, guerre, nascite, disgrazie e successi. Le parti del libro che seguono, TroncoRami, permettono a queste voci, a questo coro di vite di innalzarsi quel tanto da poter diventare un tutt’uno con la natura. Gli alberi dal posto nello sfondo o dagli angoli delle foto sbiadite prendono il posto in prima fila e recuperano la loro forza, il loro ruolo nella storia e nel mondo.

Quello che Powers ha voluto fare con Il sussurro del mondo è la più grande dichiarazione d’amore che uno studioso, uno scrittore possa fare nei confronti della natura. Il tentativo di ricordarsi e ricordare a noi lettori che nel mondo non siamo soli, che al di là della disperazione delle perdite e della gloria delle vittorie ci sono vite vere e proprie che esistono da prima del nostro arrivo nel mondo e probabilmente resteranno anche quando noi andremo via.

“Il non umano rende l’umano possibile” e possibile è anche il sentimento di gratitudine, stupore e meraviglia che un libro denso e completo come Il sussurro del mondoriesce a scatenare anche a chi di natura sa ben poco e, forse, continuerà ad ignorare.
Una lettura fitta, costellata dai raggi di conoscenza approfondita e ventate di umanità reale. Il premio Pulitzer 2019 è una maestosa possibilità di educazione, rispetto e amore nei confronti di ciò che umano non è ma esiste e ci permette di essere e diventare.

Il sussurro del mondo, Richard Powers, La nave di Teseo, 2019, 658 pp, 18,70 euro