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Ad infinita notte

La XV edizione di Torino Spiritualità è dedicata a indagare l’ambivalenza della notte in vari ambiti, non solo in quello spirituale, ma anche sociologico, letterario, artistico. Dal 26 al 29 settembre il festival si accinge a conoscere meglio la notte e a cogliere le mille sfumature che porta con sé.

Armando Buonaiuto, curatore di Torino Spiritualità, racconta obiettivi e aspirazioni della rassegna torinese.

Cosa vi ha suggerito la scelta della notte, del buio, come tema di Torino Spiritualità?

«Abbiamo provato a rovesciare una tradizione diurna di Torino Spiritualità per volgere lo sguardo alla dimensione dell’oscurità, che viviamo in maniera anche contraddittoria. C’è chi dalla notte è enormemente affascinato, la vede come scrigno di miti, di storie, di visioni. C’è invece chi della notte ha paura perché porta con sé anche un senso di spaesamento».

La notte può aiutarci ad entrare più profondamente in noi stessi?

«Direi che è il momento ideale per imparare a convivere con l’io profondo di noi stessi. La notte è uno spazio e un tempo in cui lo spirito, lontano dalla marcia febbrile del giorno, può contemplare in tranquillità le propria coscienza interiore».

Questa dicotomia tra fascino e paura del buio, della notte, convive anche in Torino Spiritualità?

«Abbiamo lavorato su tre direttrici: buio, ombra e veglia. Tre modi diversi di guardare alla notte. Il buio, che racchiude la sfumatura più fascinosa della notte, ci interessava in relazione al suo dialogo costante con la luce. L’ombra, che allude alla porzione di notte che ci portiamo sempre dentro, ci porta nel territorio dove il buio è traditore, dove si rischia di inciampare. E infine la veglia: ci possono essere veglie imposte, scelte, di chi si propone come vedetta in costante monitoraggio».

Come si lega questo tema con la spiritualità?

«Diamo ai nostri ospiti degli spunti biblici per una riflessione. Gli episodi e i versetti che abbiamo scelto hanno a che fare con la notte, che è uno dei momenti prìncipi della spiritualità, in cui la voce o il silenzio di Dio incrociano le tensioni degli uomini: dall’episodio di Emmaus all’ombra come luogo di nascondimento di Dio. Poi pensiamo ai profeti, che sono visitati nelle ore scure, a Giacobbe che lotta tutta la notte con l’angelo del Signore, fino ai sogni notturni».

Programma completo sul sito www.torinospiritualita.org.