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«Mi ami?». Una domanda sul riscaldamento globale

Il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Wcc, il Consiglio ecumenico delle chiese, in visita a New York poco prima del Climate Action Summit(vertice mondiale tra capi di Stato e di governo, imprenditori, ONG, amministratori locali e attivisti organizzato dalle Nazioni Unite, che apre oggi 23 settembre), ha riflettuto sul fatto che bambini e giovani stanno ponendo questa domanda in un modo nuovo. “Ti importa del nostro futuro? Ci ami? Mi ami?”.

Ecco alcuni estratti del suo sermone, ispirato dal Vangelo di Giovanni 21, 15-18:

«”Mi ami?”

Questa è una domanda difficile da ascoltare. Forse una delle domande più difficili che possiamo porci l’un l’altro. La domanda in sé contiene il dubbio che non sia così, e forse anche le ragioni per ritenere che non sia così. La relazione che solleva la questione è forse rotta. Tuttavia, la domanda rivela anche la speranza che l’amore possa essere affermato, persino manifestato, in modo tale che la domanda non debba essere più ripetuta…

Oggi, questa è la domanda decisiva per tutti i leader di chiesa. Mi ami tu? La domanda ci viene da Gesù… 

Ma bambini e giovani pongono la stessa domanda in un modo nuovo. Mi ami? Ti importa del nostro futuro? Ti importa di più di te? Ci ami?

Oggi questo quesito riguarda le grandi preoccupazioni del nostro tempo: i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Manterremo le promesse di Parigi – o ripeteremo forse solo le intenzioni come dei pappagalli – di fermare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius? I cambiamenti distruttivi nel nostro ambiente, nell’acqua, nel suolo, nell’aria – tutto ciò che definisce i parametri della “natura” – sollevano questioni di chiamata a coscienza per tutti noi…

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, siamo molto al di là del livello di conoscenza o meno. La negazione non è un’opzione seria, ma forse siamo ancora nella fase di comprensione, stiamo perlomeno cercando di capire le dimensioni reali di ciò di cui stiamo parlando. In quasi tutti i luoghi del mondo stiamo vivendo le conseguenze del cambiamento climatico: siccità, incendi, stagioni irregolari e imprevedibili, pioggia estrema, grandine e neve, nuove temperature da record, venti, distruzioni, innalzamento del livello del mare.

Affrontiamo questa situazione creata dall’uomo e parliamo di queste catastrofi ai nostri tavoli da pranzo, nelle aule, sui social media, in privato e pubblico, nei parlamenti, alle Nazioni Unite.

Affrontiamo questa situazione anche come comunità di fede, credendo in Dio. Ricordiamo ad altri e a noi stessi la responsabilità di prenderci cura della creazione di Dio. 

Oggi, come già molte volte in momenti critici del passato, quando ho preso decisioni importanti sulla mia vita e sul mio futuro, sono nuovamente colpito dalla domanda di Gesù. Mi ami? La domanda sposta immediatamente l’attenzione sui compiti della nostra vita, sia che siamo pastori che si occupano di agnelli, leader o membri di organizzazioni, di imprese o del governo, o qualcosa di totalmente diverso. Riguarda tutto e sempre il se e come ci amiamo in risposta all’amore divino…

Miei cari fratelli e sorelle: questo è il nostro banco di prova. Cosa rispondete, attraverso quello che fate? Mi ami?

Cari leader delle chiese e delle comunità religiose: questo è il nostro banco di prova. Cosa stiamo facendo, attraverso ciò che diciamo, predichiamo e insegniamo? Mi ami?

Cari leader degli Stati e degli organismi internazionali: questo è il vostro banco di prova. Cosa state facendo ora, non solo dicendo, per dare ai vostri figli e ai vostri nipoti un futuro in cui possano vivere, amare e godersi la vita insieme in giustizia e pace? Cosa state facendo per rispondere alla domanda: mi ami?

Dio ha tanto amato il mondo da dargli il suo unico figlio.

Questo è il momento per i leader mondiali di dare le risposte giuste, e per tutti noi di convincerli a farlo.

Amen.»