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La chiesa evangelica tedesca pronta a mandare una nave nel Mediterraneo

La Chiesa evangelica in Germania (Ekd), insieme ad altre organizzazioni umanitarie ha deciso di inviare una propria nave per salvare le persone in pericolo nel Mediterraneo., ha affermato il presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, Heinrich Bedford-Strohm, a Berlino. Ha aggiunto che dovrebbe essere fondata un’associazione, così da poter acquistare una propria nave: a tale alleanza appartengono, secondo il vescovo, numerose istituzioni e organizzazioni, tra cui singole comunità di chiesa, parrocchie e società sportive. 

L’idea di inviare una propria nave è stata discussa all’interno della chiesa protestante già durante il Kirchentag di giugno a Dortmund, il grande raduno annuale dei protestanti tedeschi. Una risoluzione dei partecipanti aveva invitato l’Ekd a inviare un segnale chiaro con una propria missione di salvataggio. «Stiamo inviando il messaggio chiaro che ci è stato chiesto», ha detto Bedford-Strohm. La nave fa parte della missione diaconale, sociale, della chiesa. La decisione per la fondazione dell’associazione è stata presa dal Consiglio dell’Ekd del 6 settembre. Indipendentemente dal motivo per cui le persone sono in pericolo mortale, c’è il dovere di aiutare, ha affermato Bedford-Strohm: «Il bisogno non ha nazionalità. La chiesa non è un attore politico ma un attore diaconale».

Il salvataggio in mare nel Mediterraneo è una questione controversa tra gli stati dell’Unione Europea. Sotto il ministro degli Interni Matteo Salvini l’Italia aveva ripetutamente negato alle organizzazioni l’ingresso nei porti. Squadre e soccorritori a volte hanno dovuto trascorrere settimane in acqua. La Germania insiste sul fatto che gli stati dell’Ue debbano trovare un accordo sulla condivisione dei soccorsi, perché l’Italia non può essere lasciata sola. Sul sito ufficiale dell’Ekd si legge come la prossima settimana il ministro degli interni federale Horst Seehofer (Csu) voglia incontrare la nuova ministro degli interni italiana Luciana Lamorgese a Berlino. Nel dibattito sul bilancio del Bundestag, il parlamento tedesco, Seehofer ha dichiarato: «Penso che non dobbiamo discutere del fatto che si debbano salvare le persone dall’annegamento, e vogliamo una regola che eviti queste misere condizioni degli ultimi mesi». 

Bedford-Strohm spera anche nel sostegno della Chiesa cattolica. Il portavoce della Conferenza episcopale tedesca, Matthias Kopp, inizialmente ha parlato con moderazione. L’impegno dell’Ekd è stato il benvenuto. Anche per la chiesa cattolica il salvataggio del mare rimane una preoccupazione importante. «Oltre a questo progetto protestante, continueranno ad esserci attività in questo campo da parte cattolica», ha affermato Kopp, senza fornire informazioni più specifiche. La stessa Ekd ha già sostenuto finanziariamente, e continua a farlo, l’aereo da ricognizione “Moonbird”, impegnato a perlustrare il Mediterraneo.

Immediate le reazioni alle parole del presidente del Consiglio dell’Ekd. Il decano della Chiesa luterana in Italia, Heiner Bludau, raggiunto dall’agenzia stampa AdnKronos ha manifestato l’appoggio all’iniziativa: «Sono d’accordo. I diritti umani non possono essere dimenticati. Aiutare questa gente è un obbligo morale, ma il peso dell’accoglienza non può ricadere solo sui Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Europa intera è chiamata a dare una risposta».  

Anche Paolo Naso, coordinatore del programma Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia esprime soddisfazione: «Si rafforza una flotta di solidarietà per i diritti umani. Noi già stiamo facendo la nostra parte e siamo pronti a sostenere questa azione delle chiese sorelle in Germani. Lo facciamo mentre prendiamo atto del crescente consenso alla nostra proposta di corridoi umanitari europei. Le strade degli accessi legali e del soccorso in mare sono complementari; tutte e due devono essere perseguite».