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Interfilm premia la lotta agli stereotipi

La 76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è conclusa e la giuria Interfilm ha premiato la pellicola che ha saputo meglio sviluppare temi cari al dialogo interreligioso.

Interfilm è stata fondata nel 1955 come ente sostenitore del dialogo tra chiesa e cinema. Conferisce riconoscimenti a film che promuovono il rispetto, la condivisione e la pace tra le persone di diversa provenienza sociale, religiosa, culturale e politica.

Il premio dell’edizione 2019 alla mostra del cinema di Venezia è andato al film Bik eneich – Un fils, diretto dal regista tunisino Mehdi M. Barsaoui.

La pellicola, ambientata in Tunisia, parla delle difficoltà che una coppia deve affrontare e cercare di superare in un momento molto delicato della loro vita: il figlio di 10 anni, infatti, è rimasto ferito in un agguato e ora ha bisogno di un trapianto di fegato.

«I film in concorso erano molti, interessanti e con una buona qualità», spiega Michele Lipori, giornalista di Confronti e membro della giuria Interfilm. «Bik eneich Un fils fin da subito ci ha colpito. In questo film abbiamo notato una grande delicatezza nel trattare temi importanti: non ci sono eroi con la “E” maiuscola, ma parla di persone e di relazioni. Nel film è presente anche la guerra con i suoi profughi, ma l’argomento principale rimane questa tormentata relazione familiare vissuta con sentimenti contrastanti. Non prevale però mai l’aspetto puramente conflittuale, ma anzi si cerca di trovare una soluzione rispettosa delle persone. Il messaggio che ci arriva riguarda la consapevolezza di prendere decisioni etiche anche in momenti di grande crisi. Speriamo che questo film possa essere distribuito anche in Italia all’inizio del prossimo anno».

Molti altri film hanno sollevato l’attenzione della giuria, uno di questi è A Perfect Candidate di Haifa Al Mansour, una regista dell’Arabia Saudita che lavora in Francia. Un film che, racconta Lipori, «ha per protagonista una giovane dottoressa che entra in politica quasi per caso, per risolvere un problema concreto. Dovrà scontrarsi contro stereotipi e pregiudizi della società in cui vive».

La Giuria Interfilm era composta, oltre a Michele Lipori, anche da Waltraud Verlaguet, presidente di giuria, fisica e teologa francese, dal pastore Heinz-Martin Krauss dalla Germania.

«Certamente è stata un’esperienza molto stimolante», conclude Lipori. «Interessante poter assegnare un premio che possa far riflettere su contenuti non necessariamente estetici, ma di valore. I film che abbiamo selezionato avevano questa caratteristica: dare uno sguardo sulla realtà in un modo aperto e contro gli stereotipi, un tipo di sguardo che riteniamo essenziale nella nostra società».