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Imparare a perdonare e ad accogliere

Popolo mio, che ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Testimonia pure contro di me!
Michea 6, 3

Il padre disse al primo figlio: «Figliolo, tu sei sempre con me e ogni cosa mia è tua; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita; era perduto ed è stato ritrovato»
Luca 15, 31-32

Un padre felice che risponde a un figlio arrabbiato. Ecco il quadro dipinto in questi versetti della parabola del figlio prodigo. Il fratello maggiore mette in discussione il modo in cui il padre aveva deciso di accogliere il fratello tornato a casa dopo aver sperperato una parte dei beni con le prostitute. Il padre è misericordioso e si prende personalmente cura di lui: gli da il vestito più bello, gli mette un anello al dito, e fa ammazzare il vitello ingrassato per fare festa. Per il padre perdere quel figlio aveva provocato dolore nel suo cuore e ora, quando finalmente lo ha ritrovato, lo perdona e vuole festeggiare. Poi, sente che il figlio maggiore è arrabbiato e non vuole entrare in casa a far festa con gli altri. Il padre allora corre fuori, lo prega di entrare e premuroso accoglie il suo lamento ascoltandolo attentamente. Quanto amore e saggezza nella sua risposta! Il suo abbraccio benedicente accoglie entrambi i figli, il maggiore e il minore.

Dio con le sue braccia benedicenti accoglie tutti i suoi figli e tutte le sue figlie. Nel suo abbraccio troviamo la forza e il conforto di cui abbiamo bisogno per affrontare con coraggio le esperienze di vita e di fede. Ci ricordiamo che siamo preziose ai suoi occhi e salvate in Gesù Cristo. Impariamo a perdonare e ad accogliere; a non arrenderci ai pregiudizi, alle paure, all’odio e a non essere immorali e disumani. La vita umana è preziosa e salvarla deve essere la priorità di tutti e tutte. Ogni vita salvata nel Mediterraneo o altrove deve essere festeggiata come il padre della parabola festeggia la salvezza del figlio minore. Infine, Dio ci insegna il valore etico dell’accoglienza senza lamenti o secondi fini.

Immagine: Ritorno del figliuol prodigo, Giovanni Francesco Barbieri (il Guercino), Galleria Borghese, Roma