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Hong Kong, il Consiglio metodista mondiale esprime la sua solidarietà ai dimostranti

«Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, cosí fate anche voi. Al di sopra di tutte queste cose vestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione».

Con queste parole dei Colossesi si chiude la lettera di solidarietà del Consiglio Metodista Mondiale, rivolta ai metodisti di Hong Kong,  dove continuano da mesi le proteste contro la legge che consentirebbe l’estradizione di presunti criminali verso la Cina continentale; una norma che secondo i dimostranti potrebbe erodere profondamente i diritti delle persone se utilizzate con intenti repressivi.

Ecco il testo completo della lettera:

«Il Consiglio direttivo del Consiglio Metodista Mondiale riunito a Città del Messico il 28-30 agosto vi  saluta nel nome di Cristo nostro salvatore risorto.

Siamo profondamente consapevoli dei disordini di Hong Kong e scriviamo a voi, ai nostri fratelli e sorelle nella Chiesa metodista di Hong Kong e alla Chiesa di Cristo in Cina-Hong Kong come membri del Consiglio Metodista Mondiale, per assicurarvi il nostro amore e la nostra solidarietà in questi tempi difficili. Rispettiamo molto l’attuale lavoro di costruzione della pace in cui siete impegnati.

I nostri cuori sono gravati dalle continue proteste di Hong Kong e dal conflitto che ciò sta causando nella vostra società. È il nostro desiderio costante che tutte le persone vivano in sicurezza in modo da poter prosperare e realizzare il potenziale che ci è dato da Dio.

Sappiamo che uniamo le nostre preghiere a quelle dell’intera famiglia metodista globale, mentre voi cercate di mostrare l’amore e la compassione di Dio e cercate la via della giustizia».

Il Consiglio Metodista Mondiale non è l’unica organizzazione cristiana ad essersi espressa riguardo la situazione di Hong Kong. I cristiani rappresentano il 12% della popolazione, ed il timore è che se la Cina ponesse fine allo status quo «un paese, due sistemi», la persecuzione delle confessioni religiose nella Cina continentale potrebbe allargarsi anche ad Hong Kong.

Foto: Studio Incendo