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130 anni di metodismo nell’area euroasiatica

La ventesima Consultazione della Chiesa metodista unita dell’area euroasiatica, tenutasi a Uzhgorod, Ucraina, a metà agosto, ha coinciso con il 130° anniversario della presenza del metodismo nella regione.

Ci sono stati momenti di confronto sulle varie culture che compongono la regione, laboratori creativi, discussioni sui temi della missione, del discepolato, della chiesa e delle relazioni sociali.

L’incontro si è tenuto all’insegna della parola chiave “unità” nel ministero di Dio, un tema che in questo periodo assume una importanza particolare, ma che in questo contesto ha un risvolto più politico che etico, come emerge dalle parole della direttrice delle Global Mission Connections, Amy Valdez Barker, che ha fatto riferimento all’«unità nella diversità dei panorami politici e religioni nella regione» e alla «somiglianza nell’essere il Corpo di Cristo, che mette da parte tutte le differenze e unisce persone che non pensano, parlano, si comportano e appaiono allo stesso modo».

I partecipanti, ministri di culto dei diversi Paesi e partner dalle chiese metodiste degli Usa e dell’area europea, si sono confrontati sulla diffusione del metodismo che negli ultimi decenni ha visto nascere nuove chiese in Russia, Ucraina, Kazakistan e Kirghizistan.

Una storia cominciata nel 1889, quando le missioni metodiste finlandesi e svedesi cominciarono la loro attività a San Pietroburgo. Nel 1909 la Chiesa metodista episcopale in Russia fu riconosciuta ufficialmente dall’Impero russo, contava 132 persone di 9 nazionalità diverse e il culto domenicale veniva celebrato in 6 lingue: russo, tedesco, inglese, finlandese, svedese ed estone.

Negli anni Venti cominciarono le missioni ad Harbin (Manciuria, Cina nord-orientale), Vladivostok (Russia orientale) per assistere le popolazioni di coreani immigrati. Nell’arco di pochi anni nacquero nell’area (oggi le due città si trovano a poco più di un’ora di volo l’una dall’altra) scuole domenicali e primarie, una business school, un centro sociale femminile, una clinica, un seminario di teologia e un’associazione per la cura dell’infanzia.

Gli anni successivi alla rivoluzione del 1917 e alla seconda guerra mondiale furono difficili per le chiese metodiste, le cui proprietà furono confiscate, la presenza metodista fu in gran parte cancellata, e solo dopo la fine dell’Unione Sovietica, negli anni Novanta, riprese la missione in varie città della Russia e dell’Ucraina, con una nuova registrazione ufficiale nel 1994.

Oggi la Conferenza centrale del Nord Europa ed Eurasia comprende i paesi baltici e scandinavi e diverse repubbliche ex-sovietiche (Bielorussia, Moldavia, Ucraina, Kazakistan e Kirghizistan, mentre due missioni nate negli anni 2000 in Tagikistan e Uzbekistan sono state chiuse).

 

Foto: Ullas Tankler, Dmitry Blinov/UMC