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Un mondo meraviglioso, da tutelare e raccontare in modi nuovi

La Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei) ha festeggiato quest’anno i suoi primi 50 anni di vita, e in occasione del suo ormai tradizionale “presinodo” (sabato 24 agosto) lo ha fatto con tre momenti tipici della sua attività: un pomeriggio di animazioni, curato dalla staff contenutistica con tre laboratori sul tema del creato, un momento conviviale che da alcuni anni coniuga lo stare insieme con la solidarietà, infatti la cena è stata preparata dal Servizio rifugiati e migranti, e una serata di riflessione e dibattito.

Una mezza giornata che, insieme agli altri tre appuntamenti che nelle stesse ore si sono tenuti in poche centinaia di metri (il Presinodo delle donne, Frontiere diaconali, la serata Claudiana), hanno reso non facile, per qualcuno, scegliere a quale partecipare. Segno che la categoria di appartenenza (donna, giovane…) non sono comparti stagni bensì permeabili, e che la “contaminazione” e il confronto, e soprattutto la voglia di mettersi in gioco, magari per una signora di una certa età trovarsi in mezzo a una trentina di ventenni, o per un uomo trovarsi seduto quasi da solo in una platea di donne, è ciò che caratterizza questi momenti. In tutti i casi, la nota costante è stata la bellezza di ritrovarsi, magari dopo un anno, o di trovarsi, fra amici ‑ non sono mancati “volti nuovi”, convinti da amici o conoscenti a scoprire questo strano mondo dei valdesi e dei metodisti.

Nelle attività del pomeriggio, le e i partecipanti hanno condiviso pensieri sotto forma di haiku, a partire dal verso della canzone di Modugno “Ma come, non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso?”, ma soprattutto preoccupazioni sul tema dell’impatto dell’attività umana sull’ambiente e sulle nostre responsabilità nella sua distruzione o preservazione, è in tale contesto è intervenuta Teresa Isenburg, della Commissione Globalizzazione e ambiente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che ha sottolineato l’importanza di lavorare insieme per la sensibilizzazione sul tema e per condividere le buone pratica.

Nella serata si sono poi confrontati i punti di vista di tre riviste dedicate ai più giovani, intorno al tema della “trasmissione della fede ai più giovani”, o meglio di come si può raccontare, mostrare e condividere la testimonianza dei credenti con le nuove generazioni: a intervenire, ovviamente Gioventù Evangelica (GE), la storica rivista della Federazione che quest’anno festeggia lo stesso importante compleanno, con un numero speciale fresco di stampa (di cui avremo modo di parlare), La scuola domenicale (rivista del Servizio Istruzione Educazione della Fcei) e L’Amico dei fanciulli. Molte domande hanno percorso la sala: parole come condivisione, testimonianza, racconto, memoria, dialogo, hanno dato le coordinate del dibattito. Aspetti in comune tra pubblicazioni pur così diverse, il dialogo fra le generazioni, l’importanza di una fede vissuta nel “piccolo” quotidiano, a partire dalla dimensione familiare, la difficoltà di trovare gli strumenti giusti (accogliere la sfida dei nuovi media o mantenersi di più sulle forme tradizionali, quindi sulla carta?). Tra i relatori, oltre a Rebeca Malla per GE, Ulrike Jourdan per La Scuola domenicale, Sara Tourn per L’Amico dei fanciulli, il pastore Alessandro Esposito, che ha accompagnato il canto finale, ha proposto alcuni nodi, sottolineando l’importanza di non cancellare la dimensione di tensione fra istanze diverse, l’esistenza di contraddizioni, di dubbi (unica parola “negativa” tra quelle espresse dai partecipanti). Non bisogna negare compresenza del credere e del non credere, l’esistenza di una parte oscura. Tutto ciò è certo molto difficile da raccontare e spiegare ai bambini, hanno sottolineato i presenti, moderati da Gian Mario Gillio, ma forse dovremmo ricordarci più spesso le loro capacità di analisi e di riflessione, talvolta sorprendenti. E trovare un nuovo linguaggio per comunicare con loro.