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Storie dall’inferno delle guerre

Trilogia della città di K

Le fiabe sono un filo che permette ai bambini di conoscere e riconoscere il mondo adulto nei suoi ostacoli e nelle sue difficoltà. Principesse, draghi e streghe e poi ancora piccoli aiutanti, incantesimi e finali positivi. Tutti strumenti, usati da secoli per raccontare ai più piccoli come funzionano le cose e come, forse, andranno anche per loro.
Ma se a raccontare ciò che è da spiegare sono dei bambini che hanno vissuto l’inferno?
L’infanzia di Agota Kristof (1935, Ungheria) è trascorsa tra la dittatura e le rivolte dei suoi connazionali per poi concludersi con una fuga dall’Armata Rossa fino alla Svizzera in cui resterà per imparare una nuova lingua con cui scriverà i suoi ricordi. Una volta adulta, con i segni del passato ancora visibili e profondi tra corpo e anima, decide di voler raccontare il suo dolore e riesce a farlo, a riportarlo e lo fa tramite una delle voci più dure e crudeli della letteratura contemporanea.
Trilogia della città di K è una fiaba macabra, che si svolge in una città sconosciuta dell’Ungheria, colpita da una guerra di cui poco si sa, se non delle violenze che ha lasciato ovunque. In questo contesto ci sono due bambini, Lucas e Claus, gemelli, costantemente circondati da desolazione, odio e indifferenza e affidati a una Nonna crudele che al posto di curarli li maltratta.
Leggere il racconto della vita di questi due protagonisti è un continuo altalenarsi di disagio, che si prova immaginandoli in un mondo ostile privo di figure positive e stupore, scoprendoli ormai abituati a un certo tipo di violenza e capaci di ferire a loro volta.
Diviso in due parti ben distinte, la Trilogia della città di K invita lentamente il lettore dentro i meccanismi disturbati e terrificanti di una realtà generica che riesce comunque ad avere un impatto emotivo fortissimo e struggente.
Una fiaba nera contemporanea, l’eterna lotta tra buoni e cattivi in cui non si comprende mai fino in fondo chi sia davvero da una parte e chi dall’altra. Un viaggio assurdo e doloroso, in cui due bambini non hanno mai paura e affrontano tutto quello che gli capita con gli occhi gelidi di chi ha già visto tutto e la certezza di poter contare solamente l’uno sull’altro. Trilogia della città di K è un libro di formazione pieno di avventure tremende, ostacoli impensabili e personaggi che non hanno nomi ma ruoli precisi.
Un libro che non si può raccontare perché si racconta da sé, tramite lo stile tagliente, secco e conciso della Kristof. Un’autrice che è riuscita a narrare l’orrore tramite gli occhi di chi lo vive e ci passa attraverso, con una lucidità magistrale e la capacità di stravolgere le carte di una partita che non si sapeva nemmeno di stare giocando.

Trilogia della città di K, Agota Kristof, Einaudi, 379 pp, 12,50 euro

 

Fratelli d’anima

Nato a Parigi e cresciuto in Senegal, David Diop, con il suo secondo romanzo Fratelli d’anima vince il Premio Strega europeo 2019. Un romanzo che narra con delicatezza come le conseguenze della grande guerra abbiano coinvolto non solo l’Europa ma anche il continente africano. Alfa e Mademba sono amici, fratelli di vita e insieme sono finiti ad essere «i cioccolatini dell’Africa nera» e ad uscire sul fronte prima di ogni assalto per spaventare i nemici con i loro corpi neri e gli sguardi assennati. Un compito che richiede coraggio e che, un giorno, li colpirà così a fondo da metterli di fronte alla realtà di ciò che la guerra è: una violenta distruzione dell’anima dei paesi che partecipano e degli uomini che la combattono. Un testo attuale e necessario per non dimenticarsi che, anche se sta accadendo dall’altra parte del mondo, ci riguarda.

Fratelli d’anima, David Diop, Neri Pozza, 128 pp., 16,00 euro