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Chiese riformate e luterane in Ungheria chiedono più impegno per il clima

Le organizzazioni ambientaliste delle Chiese riformate e luterane ungheresi hanno inviato una lettera al presidente della Repubblica János Áder a sostegno della strategia climatica a lungo termine dell’Unione Europea per un’economia prospera, moderna, competitiva e neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Di seguito si può leggere la lettera firmata dai presidenti del Movimento per l’Eco-Congregazione della Chiesa Riformata in Ungheria e il Gruppo di lavoro sulla protezione della creazione “Ararat” della Chiesa evangelica luterana in Ungheria.

«Come organizzazioni ambientaliste protestanti, siamo estremamente lieti del chiaro impegno del signor Presidente nei confronti delle questioni ambientali. Il suo sforzo per questa causa è evidente da molti dei commenti e discorsi pubblici.

Cogliamo l’occasione per ringraziarlo per la lettera inviata in occasione del Tempo del Creato, in cui si riconosce il lavoro che compiamo nell’area della cura della nostra Casa comune. La nostra cooperazione e attività ecumenica non si limitano all’Ungheria; siamo presenti anche sulla scena internazionale come membri attivi della rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen), che è strettamente associata alla Conferenza delle Chiese europee (Kek). È nello spirito di questo impegno cristiano ed europeo che stiamo scrivendo a lei, signor Presidente.

Ci siamo riempiti di gioia quando, durante il dibattito sulla ratifica dell’accordo di Parigi, ha messo in evidenza che l’Ungheria ha assunto un ruolo guida nella lotta ai cambiamenti climatici: “Da anni ormai l’Ungheria è tra i primi 15 paesi al mondo secondo l’ indice di prestazione dei cambiamenti climatici”.

Alla luce dei nostri risultati finora raggiunti e dei nostri obiettivi comuni, tuttavia, siamo dispiaciuti di vedere che durante il vertice del Consiglio europeo tenutosi il 20 giugno 2019, l’Ungheria sia stata uno dei quattro paesi (insieme a Polonia, Repubblica Ceca ed Estonia) ad aver respinto la proposta secondo cui entro il 2050 l’Europa dovrebbe ridurre a zero le proprie emissioni di gas a effetto serra. Il raggiungimento di questo obiettivo è un interesse e una responsabilità comune che tutti noi, insieme alle generazioni future, condividiamo.

È chiaro che per raggiungere i nostri obiettivi climatici comuni dobbiamo compiere sforzi significativi. Ma come ha affermato lei, signor Presidente, nel 2016: “L’Ungheria è tra i 21 paesi che sono riusciti ad aumentare il loro PIL riducendo allo stesso tempo le emissioni”. Paese, comunità e individuo devono mostrare responsabilità quando si considera quanto e in che modo utilizzano le risorse del presente e del futuro.

Vi chiediamo rispettosamente, signor Presidente, di fare tutto il possibile per garantire che l’Ungheria sia un paese affidabile nella lotta ai cambiamenti climatici e che sostenga l’Europa nel raggiungimento dell’obiettivo del 2050 per il clima. Non si tratta semplicemente di una questione politica nazionale, poiché ci sono pochi continenti in cui esiste persino la possibilità di stabilire un obiettivo così globale e responsabile».