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Regno Unito. Le chiese contro la povertà da vacanze scolastiche

Si chiama “povertà da vacanze scolastiche” e nel Regno Unito colpisce oltre un milioni di bambini a rischio fame e isolamento. Il periodo estivo infatti determina la perdita di un pasto completo al giorno, garantito dalle mense scolastiche, e riduce vistosamente le occasioni di socializzazione.

«Le vacanze dovrebbero essere un periodo di relax per le famiglie e un’occasione per stare insieme spensieratamente. In realtà, molti genitori devono togliersi letteralmente il pane di bocca per poterlo garantire ai loro figli», denuncia Paul Morrison, consulente del Gruppo di lavoro congiunto sulle questioni pubbliche (JPIT) che si occupa di questioni sociali per quattro chiese protestanti britanniche: la Chiesa di Scozia, La Chiesa riformata unita, la Chiesa metodista di Gran Bretagna e l’Unione battista britannica.

Le quattro chiese sono in prima linea sia nel sostenere le famiglie colpite dalla “School Holliday Poverty” sia nel denunciarne le cause che, in un’estate in cui i politici d’Oltremanica sembrano essere ancora pervasi da isteria da Brexit, hanno origini del tutto britanniche.

Sotto accusa sono le politiche dell’Universal Credit (UC) che ha razionalizzato i benefit per le persone povere garantendo, secondo i critici, più tagli che servizi. In particolare, è da tempo e da più parti criticata la regola del “Five-Week-Wait” in base alla quale il primo pagamento dell’UC avviene solo dopo cinque settimane dal suo riconoscimento.

L’altra legge, che colpisce soprattutto le famiglie numerose, è la cosiddetta “Regola dei due bambini”, introdotta dal governo conservatore di David Cameron e poi approvata da quello di Theresa May, in base alla quale le detrazioni fiscali sono ammesse solo per i primi due figli, mentre non sono previste per i successivi.

Dall’organizzazione di centri estivi nei quartieri più disagiati, al provvedere ogni giorno pasti completi a chi non può permetterseli, l’impegno delle quattro chiese protestanti si moltiplica ovunque in Gran Bretagna, ma non sarebbe autentico se non si accompagnasse a una denuncia delle politiche che «privano i bambini di quel buon inizio nella vita così importante per determinare il loro futuro posto nella società».