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Altri cento morti nel Mediterraneo. Negro (Fcei): «E’ il prezzo della guerra alle ONG e della latitanza europea»

«Eccoci ancora una volta a denunciare la morte di un centinaio di migranti, – dichiara Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) – , morti nel tentativo di proteggere se stessi cercando protezione in Europa. Cento morti è il prezzo della guerra alle Ong combattuta in questi mesi e della latitanza dei paesi e delle istituzioni europee che si scaricano il barile della prima accoglienza ai migranti che sbarcano.

Come cristiani e come evangelici non possiamo tacere di fronte a quella che continua ad essere una strage, prevista e denunciata: le Ong, colpite da provvedimenti giudiziari e improvvisate norme giuridiche, hanno serie difficoltà operative; l’Europa non si impegna a varare alcun piano di ricerca e soccorso in mare. E intanto i migranti partono dalla Libia, paese sempre più insicuro e incapace di tutelare i diritti fondamentali dei profughi. In questo quadro – prosegue Negro – sentiamo come nostra vocazione quella di vigilare e di denunciare quello accade; ma anche quella di richiamare il governo italiano e le autorità europee a compiere il loro dovere istituzionale, che comprende il soccorso e la protezione a profughi e richiedenti asilo. Il salvataggio delle vite umane non ha un colore politico ma è un valore etico che non possiamo ignorare senza scoprirci immorali e disumani.

E’ per questo che sull’onda dell’esperienza fatta in questi anni con i “corridoi umanitari” – conclude Negro – rilanciamo la proposta di un “corridoio umanitario europeo dalla Libia”: un progetto condiviso tra stati volenterosi finalizzato ad aprire vie e legali e sicure per la protezione dei profughi e dei rifugiati, univa vera e credibile alternativa al traffico umano».