17_luglio

Ogni cosa buona viene da Dio

Il Signore, il nostro Dio, è giusto in tutto quello che ha fatto
Daniele 9, 14

Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento
Giacomo 1, 17

Vorremmo vivere in un universo morale e stabile in cui non si presentino mutamenti, entro cui dichiarare che Dio è giusto in tutto quello che ha fatto. La conoscenza progressiva di un cosmo bizzarro e in espansione, e le tragedie inaudite che si sono consumate sotto il silenzio di Dio ci hanno aperto gli occhi al disincanto. Abbiamo perso il linguaggio dell’innocenza e ora dall’Alto non cerchiamo più nulla – né doni, né giustizia, né certezze. Come leggere la nostra storia tragica e decifrare il pauroso infinito degli astri luminosi con gli occhi della fede? Sembra che persino all’epoca in cui compare il libro del profeta Daniele non reggesse più lo schema retributivo di causa ed effetto, perché anche molto dopo la cattività babilonese, la storia dei martiri gli gridava contro. Bisognava allargare la prospettiva della salvezza di Dio, per proiettarla al di là delle fasi storiche, perché, superando provvisoriamente il limite della realtà penultima, si realizzasse nel compimento ultimo di una nuova creazione. Se cerchiamo un senso da dare alla storia e all’universo in questa dimensione penultima, i conti tornano solo se ci limitiamo al microcosmo della devozione privata, chiudendo gli occhi alle agghiaccianti distanze delle galassie che ignorano l’indicibile sofferenza del popolo di Dio. “Fino a quando, Signore, durerà l’oppressione dei santi”? Se Dio è Dio, non sarà chiamato a rendere conto a noi. La giustizia del Signore, su cui si fonda ogni nostra speranza di senso e di salvezza, prescinde dalle nostre domande legittime. Se Dio rendesse conto a noi, sarebbe un dio variabile, dal quale non riceveremmo alcun dono perfetto. Ma le nostre domande, insieme a quelle di Giobbe e Gesù, restano.