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Ricchezza, povertà e beni della terra.

Un tema di attualità per la 56a sessione del Segretariato attività ecumeniche (Sae), in programma alla Domus Pacis – Santa Maria degli Angeli, Assisi, dal 22 al 27 luglio: «Le Chiese di fronte alla ricchezza, alla povertà e ai beni della terra. Una ricerca ecumenica». Il testo biblico di riferimento viene dalla lettera di Giacomo (2, 5): «Dio ha scelto quelli che agli occhi del mondo sono poveri», e la sessione 2019 si pone in continuità con quella dell’anno scorso nell’intrecciare la riflessione biblica con l’analisi delle diseguaglianze sociali. Si tratta, scrivono gli organizzatori, del «tema del rapporto tra le Chiese, le risorse economiche e la condizione umana», che verrà focalizzato «sull’aspetto della povertà e tenendo ancora presente il tema dei beni della terra che costituisce il filo rosso del biennio».

«“Poveri” è una parola esigente e ambivalente per tutte le tradizioni cristiane – prosegue la presentazione – e un termine discriminante in ambito sociale e globale. Nel campo spirituale è parola multiforme, che richiama il termine “miti”, entrambe presenti nelle Beatitudini (nelle versioni lucana e matteana). Guardando al futuro del nostro pianeta, si dovrebbe, per certi versi, trascrivere la parola mitezza in modi inediti; infatti solo l’assunzione di stili di vita miti consentirà alla terra di avere un futuro. La causa dei poveri e quella del pianeta sono ormai inscindibilmente legate tra loro». Per di più «il Dio dei poveri è un tema presente nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’islam»: per questo il Sae dedica al dialogo fra le religioni su questa materia una tavola rotonda a quattro voci (ebraica: Anna Foa, cattolica: Stefania Monti, protestante: Paolo Ricca, musulmana: Yassine Lafram).

I lavori della sessione si articolano in una settimana di riflessioni e studi, in cui i momenti liturgici, di preghiera e di riflessione biblica si affiancheranno alle relazioni e ai laboratori: tra i relatori Anna Foa, Hanz Gutierrez Salazar (Facoltà avventista di teologia), Simone Morandini (Istituto studi ecumenici San Bernardino), Paolo Ricca, Giuseppina Bagnato, Ulrike e William Jourdan, Ionut Radu, Davide Romano e, per parte ebraica, rav Amedeo Spagnoletto e Sandro Ventura. Condurranno i laboratori, fra gli altri, i teologi cattolici, Brunetto Salvarani e Gianni Novelli; la pastora valdese Dorothee Mack, la pastora battista e presidente della Fdei Gabriela Lio, i presbiteri cattolici Andrea Bigalli, Marco Campedelli, Matteo Prodi; i presbiteri ortodossi Gabriel Codrea e Traian Valdman, la biblista Lena Residori, i biblisti Carmine Di Sante, il giornalista Antonio Quaglio, la pedagogista Raffaella Baldacci.

A Gianna Urizio, valdese, fondatrice dell’Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi”, abbiamo chiesto di illustrarci quella che sarà la sua conduzione, con il cattolico Andrea Bigalli, del gruppo dedicato al cinema: «Il tema del laboratorio – ci dice – è “Il ricco e il povero al cinema”. Proporremo una serie di visioni che andranno in parallelo con i lavori della sessione: e ci è sembrato interessante partire da un cartoon della Walt Disney, che risale al 1967. I tre paperini Qui, Quo, Qua si recano dal prozio Paperon de’ Paperoni per farsi spiegare che cosa sia il denaro e come il risparmio possa diventare un investimento: infatti hanno portato al miliardario il loro porcellino/salvadanaio che contiene poco meno di due dollari. Paperone si lancia in una serie di spiegazioni, ma prima di tutto si impossessa del salvadanaio, e questo già la dice lunga…».

Lo sguardo sul denaro, poi si intreccia al discorso ambientale: «Sì, tenendo presente però – riprende Urizio – che dobbiamo svincolarci da una visione del pianeta cinema limitata a Europa e Stati Uniti: per questo è in programma, per esempio, il messicano Words with Gods (2014), sul rapporto che in varie aree del mondo gli esseri umani possono avere con le altre creature e con l’ambiente; o il colombiano Un mondo fragile; ma vedremo anche Capitalism: a Love Story di Michael Moore, e un grande classico come Miracolo a Milano di Vittorio de Sica (1951), che riflette in forma di favola sul crudo rapporto tra la povertà del dopoguerra e i sogni di riscatto degli italiani».

L’ultima mattina della sessione, sabato 27, presenta una riflessione a più voci sul tema “Come vivere la fede, quando ci si sente privati del passato ed espropriati del futuro?”. Partecipano Elisabetta Ribet, teologa valdese (Strasburgo) e
Rita Pilotti, filosofa, cattolica. Modera Brunetto Salvarani, conclusioni di Piero Stefani, che del Sae dal 2016 è presidente.

Per informazioni: sessione.estiva@saenotizie.it; tel. 373.5100524 (ore 12-14; 19-21)