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Premio Vera Schiavazzi. Prorogata la scadenza

«È stato prorogato fino al 25 luglio 2019 il termine per partecipare all’edizione 2019 del Premio giornalistico dedicato a Vera Schiavazzi. Al Premio, che mette in palio tre mila euro, possono partecipare gli studenti e tutti gli ex allievi delle scuole e dei master in giornalismo riconosciuti dall’Ordine Nazionale», così si legge sul sito degli ex allievi del master in giornalismo di Torino.

Vera Schiavazzi, giornalista di fede evangelica scomparsa il 22 ottobre 2015 è stata la fondatrice (poi la direttrice) – con Nicola Tranfaglia Mario Berardi–, oltre 14 anni fa del Master in Giornalismo di Torino «Giorgio Bocca»(oggi guidato dalla collega, Anna Masera) e collaboratrice delle più autorevoli testate italiane, in particolar modo presso la la Repubblica

Sindacalista attenta Schiavazzi ha sempre lavorato perché i diritti fossero uguali per tutti, non virtuosismo da editoriale ma opportunità concreta. «Del giornalismo – scriveva la sua amica e collega Emmanuela Banfo su Riforma.it – aveva sperimentato tutte le sfaccettature, dalla cronaca, nera e giudiziaria, all’inchiesta sui grandi temi sociali. Altrettanto la sua carriera si è snodata in diverse realtà: dalla carta stampata, prima alla Gazzetta poi a La Repubblica, dov’era ritornata a tempo pieno in redazione dopo oltre 10 anni di assenza, all’agenzia di stampa, dalla comunicazione per il Comune di Torino con l’allora sindaco Sergio Chiamparino al lungo periodo di direzione della scuola di giornalismo. Di grande importanza anche il suo impegno a favore della categoria, nell’Ordine e nel sindacato. Ad animarla la grande passione. Perché Vera era una passionale, credeva in quello che faceva, ci metteva tutta se stessa e lo trasmetteva a chi le era accanto. Chi scrive – concludeva Banfo – ha perso un pezzo della propria storia».

Il tema della terza edizione del Premio è «Ho perso le parole. Il linguaggio della politica nell’età dei populismi». 

La politica, scrivono i promotori del Premio Schiavazzi, sembra aver perso «la capacità di raccontare la complessità delle nostre società. Da un lato è sempre più invasiva la comunicazione istantanea ed emotiva, dei tweet e dei post su Facebook: una foto, pochi secondi di video, qualche parola per riassumere concetti e problemi difficili. Il risultato è spesso una polarizzazione di opinioni che non ammette sfumature, ma chiede un’adesione totale, pro o contro, quasi un tifo da stadio. Dall’altra persiste una retorica confusa che rievoca temi novecenteschi, ma in ordine sparso, senza tentativi di ricostruire un senso: la parola diventa così un simbolo, insieme all’immagine, da usare per massimizzare il consenso in un’eterna campagna elettorale. Anche il linguaggio dei media – si legge ancora – soggiace spesso a questa logica, in cui prevale il bisogno di conquistare il primato dell’attenzione istantanea rispetto alla paziente tessitura del discorso. La crisi della democrazia è anche crisi della possibilità di costruire un senso collettivo, condiviso, pur nella persistenza delle differenze, nel pluralismo. Dunque è necessario ricostruire questo fenomeno per capirlo. Come e perché si è arrivati a questo? Quali casi di cronaca delineano meglio il fenomeno? E quali esempi di reazione si possono trovare?».

Alla terza edizione, potranno partecipare gli allievi e gli ex allievi under 35 (i candidati non dovranno aver compiuto i 35 anni al 30/12/2019), di uno dei master/scuole in giornalismo riconosciuti dall’Ordine Nazionale.

Il Premio Vera Schiavazzi nasce in seno all’Associazione Allievi del Master in Giornalismo «Giorgio Bocca»ed è regolato da un bando pubblicato sul sito https://exstudentimastergiornalismotorino.wordpress.com.

Il comitato promotore è composto da: Giorgio Ardito, Marco Bobbio, Caterina Corbascio, Maurizio Mancini, Olga Mancini, Carla Piro Mander, Rosaria Pagani, Paolo Piacenza, Sabrina Roglio, Anna Rossomando. 

La Giuria da: Emmanuela Banfo (Affarinternazionali magazine), Ettore Boffano, Lorenza Castagneri (Corriere della Sera), Selma Chiosso (La Stampa), Paolo Griseri  (Repubblica), Marco Imarisio (Corriere della Sera) Maria Teresa Martinengo (La Stampa – Ordine dei Giornalisti), Simonetta Rho (Rai), Luca Rolandi, (Centro Pestelli), Enrico Romanetto (Cronacaqui) e Stefano Tallia (Rai – Associazione Stampa Subalpina).