istock-182068379

Il Vangelo di Dio non è proiezione, è rivelazione

Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu comprendi da lontano il mio pensiero
Salmo 139, 1-2

In lui viviamo, ci moviamo, e siamo
Atti 17, 28

«Se Dio non è… buono, dolce, indulgente, attivo, pronto come dico io… allora non mi interessa». Tanti, anche oggi, credono di poter dar vita a un dio immaginato. Ma il Vangelo di Dio non è proiezione, è contro le proiezioni. È rivelazione. Non è tentativo umano di creare il divino con il proprio desiderio, ma è parola di Dio, non gestibile dall’umanità, non partorita all’interno dell’architettura spirituale dell’essere umano, non compromessa col desiderio umano, ma promessa di Dio che si svolge nella Storia. 

Dio non vive del tuo desiderio, questo dice l’apostolo Paolo agli ateniesi. Voi vivete perché Dio vuole così, non lui vive perché voi avete appiccicato sulla volta del cielo della bella roba che avete pensato e desiderato voi! Voi lo volete lontano, ci sarà tempo per Dio, invece è un Dio vicino. Non è lontano da ciascuno di noi, in lui viviamo, ci muoviamo e siamo. Dio è vicino, ma l’essere umano non è in grado di vederlo e di conoscerlo. L’essere umano è come bendato, e cerca Dio a tastoni. Al massimo potrà averne una vaga intuizione, come se camminasse in una stanza sconosciuta, buia e piena di mobili e di oggetti, cercando di farsene un’idea procedendo per tentativi. Poi, quando la luce si accende, la stanza si mostra sempre molto diversa da come immaginavamo. La rivelazione corregge l’immaginazione, e sempre di tanto.

L’unica luce è la rivelazione: «Quel Dio sconosciuto io ve l’annuncio». Rivelazione, non proiezione. Parola di Dio e non desiderio umano. Dio vivente e non statue d’oro. Il Dio sconosciuto si è fatto conoscere in Cristo, ed è proclamato dalla predicazione degli Apostoli. Questa è l’unica possibilità di lasciar cadere la benda per vedere con chiarezza quel Dio che prima non era conosciuto, ma soltanto vagamente intuito.