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Un certo tipo di libertà

Lo scorso 30 aprile, il ministro dell’Educazione brasiliano, Abraham Weintraub, ha dichiarato che avrebbe tagliato il 30% del bilancio delle università federali, citando nominalmente l’Università di Brasilia (UNB), l’Università Federale di Bahía (UFBA) e l’Università Federale Fluminense (UFF).

Così per due settimane studenti, professori e lavoratori delle università di tutto il Paese sono scesi in piazza causando una vera a propria paralisi nazionale che ha raggiunto il suo culmine nella giornata di mercoledì 15 giugno 2019. Quella per l’educazione è stata la manifestazione di massima portata dall’elezione del nuovo presidente brasiliano Jair Bolsonaro.

Tara, ultima di sette fratelli, nasce in una famiglia di mormoni anarco-survivalisti e cresce ai piedi delle montagne dell’Idaho.

L’educazione di Tara Westover è un’autobiografia che sin dalle prime pagine ti fa capire che l’infanzia della protagonista, la vita dei suoi famigliari e il mondo in cui vivono hanno qualcosa di diverso. I fratelli Westover non sono registrati all’anagrafe, non vanno a scuola, crescono senza libri e senza conoscere né cosa accada fuori dalla loro valle né cosa è accaduto prima. Fin da piccoli aiutano i loro genitori al lavoro: d’estate il padre, proprietario di una discarica, li obbliga a recuperare metalli mettendo a rischio la loro vita e in inverno la madre ostetrica e guaritrice chiede loro di stufare erbe e preparare unguenti.

Tara, i suoi fratelli, un padre tanto carismatico quanto folle e incosciente e una madre sottomessa completamente al marito vivono preparandosi alla fine del mondo, che è prossima e concentra tutte le loro attività di sopravvivenza. Preparano lattine di pesche sciroppate, mettono da parte la legna, dormono con un sacco di emergenza sotto al letto e vivono nella completa ignoranza.

“L’educazione” è il difficile e doloroso percorso che una bambina, poi ragazza e poi donna compie per la sua liberazione dall’ignoranza che per molti anni ha condizionato la sua vita.

Sarà solo quando, per la prima volta, entrerà in una classe, a 17 anni che Tara scoprirà cosa sono l’Olocausto o l’attacco alle Torri gemelle e queste rivelazioni, la libertà che le donano la storia, la conoscenza e la comprensione delle cose che sono accadute e che accadono le permetteranno di salvarsi.

La storia di una ragazza cresciuta lontano dalla scuola e dalla possibilità di emanciparsi. Trattenuta fino allo sfinimento dalla violenza fisica, religiosa e psicologica di una famiglia che non ha a disposizione i mezzi per riconoscerne l’intelligenza e la capacità. Un viaggio dell’eroe particolare e sofferto. Una scalata lunghissima in cui Westover si guarda indietro spesso con la paura di perdersi e perdere qualcosa quando invece sta solo cambiando, diventando.

“Tutti i miei sforzi, tutti i miei anni di studio mi erano serviti ad avere quest’unico privilegio: poter vedere e sperimentare più verità di quelle che mi dava mio padre, e usare queste verità per imparare a pensare con la mia testa.”

Adesso Tara è una storica, dopo una laurea alla Brigham Young University, ha conseguito un dottorato di ricerca in Storia a Cambridge. L’Educazione (Feltrinelli, 2018) è stato il suo esordio editoriale e il racconto di una vita che in molti punti, tocca e ferisce anche chi la legge. Una testimonianza straordinaria, un gioiello letterario e storico perfetto in un periodo come questo in cui gli studenti, e non solo, scendono in strada per chiedere un certo tipo di libertà: quella di studiare. 

L’educazione, Tara Westover, Feltrinelli, 368 p., 18,00 euro

 

consiglio estivo: Fratelli migranti, Patrick Chamoiseau

Contro le barbarie” è il sottotitolo di questo pugno di fogli che non è solo libro ma è anche manifesto, poesia, saggio, racconto e ricordo.

Patrick Chamoiseau (Fort-de-France, 1953) sceglie di narrare l’attualità con la delicatezza che ci meritiamo e ci siamo scordati da qualche parte, lontano. E lo fa con il suo linguaggio, la poesia e uno sguardo delicato e attento, ma soprattutto umano.

Fratelli migranti non è resoconto delle migrazioni di un Mediterraneo che pensiamo già di conoscere grazie ai telegiornali e ai social. È documento, testimonianza, appello e anche appiglio a cui aggrapparsi quando ci si dimentica del mondo che abitiamo e di come lo abitiamo. Una piccola preghiera da potersi tenere sul comodino ovunque siamo senza mai dimenticare da dove siamo partiti – anche noi.

Nota finale di spicco è la Dichiarazione dei poeti, una vera e propria chiamata al nostro animo più profondo e umano a una resistenza composta da solidarietà e amore.

“Il mondo e le sue miserie sono la nostra terra. Fare paese di questo mondo, fare coraggio di queste paure, fare incontro di queste fughe, è la nostra terra. Fare minareto di asilo, cattedrale di rifugio, tempio di benevolenza, è la nostra dignità”

“Fratelli migranti – Contro la barbarie”, Patrick Chamoiseau, add editore, 128 p., 14,00 euro