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Si apra un’inchiesta per Daphne Caruana Galizia

«Daphne Caruana Galizia era una giornalista maltese che, con le sue numerose inchieste sulla corruzione, ha fatto tremare i palazzi della politica maltese e non. Daphne Caruana Galizia è stata fatta saltare in aria con un’autobomba il 16 ottobre 2017 a Malta», ricorda sul sito di Articolo 21 il giornalista Sandro Ruotolo che, insieme al presidente dell’Associazione Articolo 21 Paolo Borrometi, hanno deciso di lanciare una raccolta di firme su Change.org per chiedere al governo di Malta di una Commissione d’inchiesta indipendente sull’assassinio della collega giornalista uccisa con un’autobomba il 16 ottobre 2017.

Daphne aveva già ricevuto minacce di morte e aveva paura di essere uccisa: «Éstata uccisa – prosegue Ruotolo – perché lasciata sola a scrivere. Lo Stato non l’ha protetta. Una storia di morte, proprio alle porte del nostro Paese per difendere la libertà d’informare. Oggi dobbiamo essere in tanti a chiedere di vigilare sulla risoluzione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa perché a Malta ci sia un’indagine indipendente e imparziale sulle circostanze dell’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia. Chiediamo quindi – afferma ancora Ruotolo – al Governo di Malta l’istituzione di una Commissione d’inchiesta indipendente sull’assassinio di Daphne. Ce lo chiede la sua famiglia, ce lo chiedono i tanti giornalisti che in ogni parte del mondo mettono a repentaglio la loro vita, in nome del giornalismo d’inchiesta e in nome della verità».

Anche la comunità internazionale non si è girata dall’altra parte e, solo pochi giorni fa, il Consiglio d’Europa è tornato sulla vicenda e con una maggioranza schiacciante – 72 favorevoli, 18 contrari e 3 astenuti – denunciando le falle del sistema giudiziario maltese e ha chiesto con forza, ancora una volta, l’istituzione di una Commissione indipendente. 

Anche la stampa protestante (Riforma e l’Agenzia stampa Nev) in passato avevano già aderito a un manifesto-appello per la ricerca dei mandanti dell’omicidio della collega, presentato nella sede della Stampa estera. L’appello esortava ad alzare le penne e a scrivere dieci domande pubbliche rivolte al governo di Malta e ai vertici dell’Unione europea: «Cerchiamo la verità, servono azioni concrete anche per i colleghi che si sono esposti indagando». E proseguiva, «cosa intendono fare i Governi per garantire la libertà di informazione? Come intendono proteggere i colleghi minacciati a rischio in Europa?». 

Conferenza alla quale aveva preso parte anche la giornalista Rai Maria Grazia Mazzola, evangelica, che con i suoi servizi incalza da tempo i Governi non solo di Malta e della Slovacchia denunciando come non abbiano garantito la libertà di informazione e come non abbiano protetto i colleghi Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak, isolati e lasciati soli davanti alle minacce.

Anche la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), il cui Congresso si è riunito a Tunisi un paio di settimane fa, ha chiesto che possa essere istituita una Commissione d’inchiesta, lo ha fatto approvando all’unanimità una mozione presentata dalla Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi).

Per firmare la petizione clicca sul link..