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Togo, le chiese della Cevaa invitano a partecipare al voto

In Togo, le elezioni comunali sono previste per il 30 giugno 2019, dopo oltre 27 anni di rinvii consecutivi. Al di là della questione delle nuove amministrazioni locali, i futuri eletti saranno chiamati a nominare i due terzi del futuro Senato. Da qui la decisione di partecipazione alla tornata elettorale da parte dell’opposizione al presidente Faure Gnassingbe, al potere dal 2005 con un colpo di Stato, dopo che il padre lo era stato ininterrottamente dal 1967 al 2005 per l’appunto, arrivato al vertice sempre con le stesse modalità. Abbandonata dunque la strategia di boicottaggio delle elezioni, di fronte all’immobilismo del potere centrale, e invito alla popolazione a mobilitarsi. È in questo contesto che le Chiese metodiste ed evangeliche presbiteriane del Togo (entrambe fanno parte della Cevaa, la Comunità di chiese in azione di cui è parte anche la Chiesa valdese), hanno lanciato una comune chiamata pastorale, trasmessa in una conferenza stampa anche televisiva.

Queste le parole utilizzate dal pastore Mawusi Alotia, moderatore della Chiesa presbiteriana, e dalla pastora Martine Grace Zinsou Lawson, presidente della Chiesa metodista in Togo:

«La partecipazione dei cittadini alla gestione delle strutture amministrative decentrate delle loro comunità è, senza dubbio, una delle disposizioni più rilevanti per l’istituzione di uno Stato di diritto e un requisito fondamentale per l’instaurazione di una democrazia di base.

La storia della società umana mostra che solo le decisioni strategiche tempestive hanno sempre permesso ai leader di regni e stati di rafforzare e migliorare l’organizzazione e la gestione delle persone.

Cari fratelli e sorelle, il grande liberatore della storia della Bibbia, Mosè, data la grandezza del compito, è stato costretto a seguire il consiglio di Jethro, che lo raccomanda di riorganizzare il governo del suo popolo: “14 E quando il suocero di Mosè vide tutto quello ch’egli faceva per il popolo, disse: ‘Che è questo che tu fai col popolo? Perché siedi solo, e tutto il popolo ti sta attorno dal mattino fino alla sera?’ 15 E Mosè rispose al suo suocero: ‘Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16 Quand’essi hanno qualche affare, vengono da me, e io giudico fra l’uno e l’altro, e fo loro conoscere gli ordini di Dio e le sue leggi’. 17 Ma il suocero di Mosè gli disse: ‘Questo che tu fai non va bene. 18 Tu ti esaurirai certamente: tu e questo popolo ch’è teco; poiché quest’affare è troppo grave per te; tu non puoi bastarvi da te solo. 19 Or ascolta la mia voce; io ti darò un consiglio, e Dio sia teco: Sii tu il rappresentante del popolo dinanzi a Dio, e porta a Dio le loro cause. 20 Insegna loro gli ordini e le leggi, e mostra loro la via per la quale han da camminare e quello che devon fare; 21 ma scegli fra tutto il popolo degli uomini capaci che temano Dio: degli uomini fidati, che detestino il lucro iniquo; e stabiliscili sul popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di diecine; 22 e rendano essi ragione al popolo in ogni tempo; e riferiscano a te ogni affare di grande importanza, ma ogni piccolo affare lo decidano loro. Allevia così il peso che grava su te, e lo portino essi teco”.(Esodo 18, 14-22).

Mosè credeva che vedere persone venire da lui personalmente per chiedere aiuto gli conferisse credibilità e prestigio personale. Perché Lui solo è stato in grado di prendersi cura del popolo, dimenticando che la regia richiede una pluralità di ruoli e responsabilità che può essere realizzata in modo efficace in una dinamica di delega di autorità e divisione dei compiti.

Delegare e permettere alle persone di organizzarsi a livello di base è una necessità, in particolare nel nostro Paese. Soprattutto, si tratta di ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e riconciliarli con una politica orientata allo sviluppo; ma anche di facilitare la condivisione delle informazioni tra gli attori alla base, rafforzare i legami tra gli elettori e gli eletti e sviluppare una migliore comprensione delle sfide di diversa natura da affrontare.

In Togo, purtroppo, abbiamo dovuto aspettare 32 anni per iniziare a realizzare una politica di decentramento. 32 lunghi anni in cui le persone sono state private della possibilità di esercitare e sperimentare la democrazia di base, valutare e rinnovare la loro classe dirigente su criteri di competenza e buoni valori morali.

Cari fratelli e sorelle, alla vigilia delle elezioni locali del 30 giugno 2019, desideriamo ricordarvi che votare è un atto di cittadinanza e democrazia della massima importanza e che l’astensione dal voto non è senza conseguenze sui risultati del voto stesso e quindi sulla vita della gente. Questo è il motivo del nostro appello, e come raccomandano le Sacre Scritture:

1- Vi incoraggiamo e invitiamo a compiere scrupolosamente le vostre scelte su uomini e donne, onesti, irreprensibili, non corrotti, preoccupati del bene comune e della giustizia sociale, impegnati nello sviluppo di comunità sensibili al rispetto della dignità umana, ambiente, genere, attenti ai più deboli e ai più poveri.

2- Invitiamo tutti gli elettori a mettere in discussione in modo critico il significato di donazioni, gadget e regali improvvisamente offerti loro dai candidati durante questi periodi di campagna elettorale. Tutti questi atti equivalgono a atti di corruzione e possono distorcere i risultati del voto.

3- Vi esortiamo a tollerare e rispettare i principi democratici evitando qualsiasi forma di violenza e qualsiasi atto che possa compromettere il regolare svolgimento del voto nelle vostre località.

4- Vi invitiamo a essere vigili e resistere alle minacce e alle intimidazioni che possono creare divisioni e tensioni nelle vostre comunità.

5- Invitiamo i partiti e i movimenti politici che prendono parte a queste elezioni a rispettare la legge elettorale.

6- Esortiamo gli organi elettorali a garantire una buona organizzazione dei sondaggi in modo che il periodo della campagna e quello dei sondaggi siano governati dai principi di imparzialità, probità, trasparenza, legalità, principi essenziali per la pace sociale.

Cari fratelli e sorelle, come canta il salmista: “Se il Signore non costruisce la casa, quelli che la costruiscono lavorano invano; Se l’Eterno non protegge la città, invano vegliano le guardie”(Salmo 127: 1). Vi invitiamo alla preghiera perché Dio ci aiuti a gestire saggiamente le sfide elettorali del nostro Paese. La pace sia con voi!».