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Sea Watch. Paolo Naso: «Fateli scendere! Possiamo accoglierli tutti»

«L’integrazione è un percorso da con-dividere. Riguarda tutti, non possiamo farlo da soli. Oggi è una giornata di festa, ma il mio pensiero corre anche alle persone che stanno vivendo ore difficili sulla Sea Watch. Dico al governo Italiano: fateli scendere! Come Federazione delle chiese evangeliche in Italia – tra queste anche cinquanta chiese sorelle in Germania e altre cattoliche, siamo pronti ad accoglierle tutte», ha affermato stamane Paolo Naso, il coordinatore del progetto Rifugiati e migranti Mediterranean Hope (Mh) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in occasione della conferenza stampa di saluto prevista per l’arrivo, dopo quello avvenuto ieri, di oltre quaranta rifugiati siriani provenienti dal Libano grazie ai Corridoi umanitari.  

Un arrivo in sicurezza, attraverso un regolare volo di linea e con visti umanitari, saluti di benvenuto, mazzi di fiori e giochi donati a madri e bambini; tutto ciò, mentre in Italia si gioca una battaglia difficile per i 42 profughi della Sea Watch, lo stesso numero delle persone accolte stamane a Roma, 

Tra ieri e oggi sono 77 le persone siriane giunte dal Libano grazie ai Corridoi umanitari, il progetto pilota in Europa nato in Italia e partito dalla società civile, oggi «esportato» in altri paesi europei e promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola Valdese, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. 

Con quest’arrivo, sono oltre 2.600 le persone accolte in Europa grazie ai Corridoi umanitari, un’iniziativa totalmente autofinanziata dalle organizzazioni e dalle chiese che la promuovono

La Fcei, oltre ai Corridoi, promuove la cultura dell’accoglienza con una Casa delle culturedi Scicli (Rg) e un Osservatorio sulle migrazioni a Lampedusa dove, questa nottesono arrivati in autonomia via mare 10 tunisini, tra cui una donna ed un bambino: «Come spesso accade – ha ricordato con un post su facebook Francesco Piobbichi, operatore della Fcei nell’isola e disegnatore “di frontiera” – le persone si sono dirette davanti la chiesa, dove hanno trovato gli attivisti del Forum Lampedusa Solidale che da diverse notti dormono sulle scalinate in solidarietà con la Sea Watch. Insieme hanno fatto la colazione». Un «blocco» della Sea Watch che sembrerebbe essere, per Piobbichi, una sorta di «propaganda elettorale giocata sulla pelle degli innocenti» dal momento che gli arrivi, anche a Lampedusa, proseguono.

Le storie delle persone giunte in Italia attraverso i Corridoi umanitari, affermano congiuntamente Fcei, Sant’Egidio e Tavola valdese «dimostrano che è possibile, non solo salvare chi rischia di cadere nelle mani dei trafficanti di uomini, ma anche avviare percorsi d’integrazione. In un tempo in cui aiutare chi ha bisogno appare sempre più difficile, il modello avviato dalle Chiese protestanti e da Sant’Egidio – e poi replicato anche con altre associazioni – ha visto invece crescere la solidarietà, grazie alla generosità di tanti italiani – alcuni dei quali hanno anche offerto le loro case per l’ospitalità – e al loro impegno volontario e gratuito.

Dal febbraio 2016 circa 2.100 profughi sono già arrivati in Italia (più di 1.600 dal Libano, altri 500 dall’Etiopia), oltre ai circa 500 giunti in Francia, Belgio e Andorra. I nuovi arrivi saranno gestiti da associazioni, parrocchie, comunità e famiglie in diverse regioni italiane. Insieme all’accoglienza è predisposto l’apprendimento della lingua italiana per gli adulti, la scuola per i minori e l’inserimento lavorativo, una volta ottenuto lo status di rifugiato.

Una novità: l’accoglienza di una famiglia siriana nel comune di Offida (località delle Marche nota per il buon vino, per essere uno dei Borghi più Belli d’Italia) cittadina terremotata della provincia di Ascoli Piceno con meno di 5mila abitanti. Venerdì scorso il sindaco Luigi Massa (lo ha ricordato stamane con commozione l’assessora all’integrazione Isabella Bosano intervenuta in conferenza stampa) del piccolo comune ha sottoscritto un accordo di partenariato con la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia e l’associazione On The Road Onlus e ospiterà una famiglia siriana composta da tre persone – madre, padre e il loro bimbo di 4 anni. 

«Vorrei approfittare di quest’occasione – ha proseguito Naso – per rilanciare un progetto già proposto: un grande Corridoio umanitario dalla Libia, un’alternativa alle morti in mare e al traffico di esseri umani». Poi rivolgendosi alle famiglie siriane ha detto: «Aiutateci a dimostrare che i corridoi umanitari funzionano, noi grazie a voi avremo più forza per chiedere il Corridoio umanitario europeo. E tornado al tema nave Sea Watch naso ha proseguito, «oggi non ci limitiamo a esprimere il nostro disappunto, ma facciamo una proposta al Governo italiano: fateli sbarcare subito, vi promettiamo che queste persone che troveranno immediata accoglienza, posti in diverse comunità cattoliche e protestanti e in cinquanta comuni che si sono resi disponibili a riceverli in Germania. Oggi – ha proseguito Naso – servono soluzioni pratiche, non politiche. Chiediamo al governo di di depoliticizzare l’argomento Sea Watch, di farne un argomento puramente umanitario, facendo scendere le persone dalla nave. Se ciò accadrà, la nostra gioia sarà completa. Perché – ha concluso Naso rivolgendosi ai beneficiari dei Corridoi umanitari – oggi siamo felici di avervi qui con noi e di vedervi insieme ai vostri figli. Che Dio vi benedica».

All’incontro stamane era presente anche il presidente della Comunità di sant’Egidio Marco Impagliazzo e sono stati salutati e ringraziati alcuni operatori presenti che sin dall’inizio si occupano do progetto umanitario: Maria Quinto, Simone Scotta che operano in Libano e Federica Brizi, in Italia.