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L’ora della grazia

Per un breve istante io ti ho abbandonata, ma con immensa compassione io ti raccoglierò
Isaia 54, 7

Non vi lascerò orfani, tornerò da voi
Giovanni 14, 18

Essere lasciati, venire rifiutati o disapprovati da qualcuno, soprattutto se questi è significativo per noi o è una persona che amiamo, è molto doloroso. Ci lascia increduli il fatto che una persona a cui vogliamo bene e a cui abbiamo dato la nostra fiducia possa trattare i nostri sentimenti con estrema leggerezza. Essere lasciati produce una profonda ferita nell’anima e spesso porta a metterci in discussione; possiamo iniziare a pensare di non valere niente per il modo in cui siamo stati trattati, oppure di non essere abbastanza amabili e rispettabili. “Non sono amabile perciò verrò rifiutato e abbandonato nuovamente”; “c’è qualcosa che non va in me, devo cambiare per essere accettabile”; “non vado bene perciò è meglio che stia sola”; “è meglio che non mi leghi a nessuno, perché non ne vale la pena”; “sono destinato alla solitudine perché sono una pessima persona…”.

Sentirsi rifiutati e abbandonati, ovvero non amati, ci porta a provare un dolore che si manifesta non solo a livello psicologico ed emotivo ma anche fisico e spirituale.

«Per un breve istante io ti ho abbandonata», dice il testo del profeta Isaia: c’è un momento nella fede di ciascuno di noi, in cui siamo lasciati da soli. Anche Gesù lo sperimentò durante la passione, il suo arresto e la sua crocifissione. Ma riconosciamo che è stata una solitudine salutare, non solo perché sulla croce Cristo ci salva, ma anche perché in quella solitudine la compassione di Dio ci parla, l’amore della croce ci investe. Dopo l’ora della prova viene l’ora della grazia, l’ora della pienezza. L’ora della grazia è il tempo in cui Dio è vicino! Così vicino che possiamo rivolgerci a Lui direttamente. Così vicino che Dio Padre diventa Dio amico. L’ora della grazia è l’ora in cui possiamo contare su di un amico che ci è vicino, un amico speciale: Dio stesso, che viene a riprenderci sempre.