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«Cambiare le lenti» per avere uno sguardo diverso

Un centro diaconale protestante e una forza di polizia: sembra difficile trovare punti di contatto.  Eppure è possibile, e accade a Palermo, dove il Centro diaconale “La Noce” e la polizia municipale  condividono anni di collaborazione, come ci spiega la direttrice Anna Ponente: «dall’accoglienza di  donne vittime della tratta e dei migranti, alla giustizia riparativa, abbiamo trovato grande  collaborazione e un punto di riferimento».

L’ultimo passaggio è l’accordo, reso noto solo ora ma attuato il mese scorso, per un corso di  aggiornamento per la polizia municipale (a costo zero per il Comune, e il primo dopo dieci anni), su  «mediazione penale e giustizia riparativa»: il risultato, secondo Ponente, «di un ragionamento  comune nell’ambito della mediazione, della presa in  carico e della cura da parte del nostro Centro di  persone vulnerabili, per le quali è stato necessario collaborare con la polizia municipale, in quanto  polizia di prossimità dei cittadini». Si tratta di una sperimentazione, spiega la direttrice, in cui  «impegneremo le figure professionali del Centro, in particolare le mediatrici penali, sociali e di  giustizia riparativa in alcuni corsi di aggiornamento e sensibilizzazione che si terranno nella sede  della polizia municipale». 

Il Centro è assai attivo sul tema con diversi servizi: dallo Sportello di mediazione e giustizia  riparativa, a quello di ascolto alle vittime di reato (luogo di contenimento e rielaborazione di vissuti  non attuabile in altri contesti, fondamentale nel momento successivo alla denuncia), a corsi di  formazione per mediatori, alla Casa “Vale la pena”, che da quasi quattro anni accoglie cinque  uomini affidati dall’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Palermo ed è finanziata della  Federazione delle Chiese evangeliche svizzere e dall ’8 per mille delle Chiese valdesi e metodiste.

Il  tema della giustizia è del resto al centro di diversi progetti della Diaconia valdese, come la Casa del  Melograno, inaugurata nell’ottobre 2013 a Firenze; inoltre, la Commissione Carcere e Giustizia  della Federazione delle chiese evangeliche in Italia lavora da tempo sulla sensibilizzazione e  formazione riguardo a tale tema.  Rispondendo a una diversa visione del reato e del colpevole, e allo stesso tempo a un’attenzione  particolare alle vittime, il Centro è impegnato nelle misure alternative al carcere e nel reinserimento  nella società, nell’ottica di una responsabilizzazione del detenuto, coinvolto in un percorso di  cambiamento che in prospettiva riduce il rischio di recidiva. Negli anni ha seguito diverse  decine di  persone in percorsi di volontariato di riparazione simbolica del danno e lavori di pubblica utilità , sia  per adulti sia per ragazzi che all’epoca del reato erano minorenni.

Ma non finisce qui: le mediatrici del Centro, aggiunge Anna Ponente, sono coinvolte in tre progetti  di “comunità riparatoria” in tre quartieri di Palermo, tra cui appunto la Noce: «Partendo da un’idea  di riqualificazione urbana che sta interessando tutta la città, nel quale le periferie sono parte  integrata della città, anche il nostro quartiere (a quindici minuti dal “salotto” di Palermo) è rientrato  in questa progettualità. Recentemente è stata riqualificata piazza Noce e sarà coinvolto tutto il  Centro: i bambini, i detenuti, i ragazzi stranieri si occuperanno della piazza i n accordo con il  Comune. Abbiamo pensato, insieme alla Tavola valdese, di donare un gioco per bambini, essendo  oggi la piazza molto vissuta, da grandi e piccoli». E conclude: «Anche in questo caso possiamo  parlare di mediazione comunitaria, il fulcro di tutto è il nostro quartiere e il nostro impegno, in tutti  gli ambiti, è per i diritti di tutti… anche il diritto alla bellezza».

La colletta del culto di apertura del  Kirchentag , il grande festival delle chiese protestanti tedesche al  quale partecipa anche una delegazione italiana, tenutosi ieri, sarà devoluta alla Casa dei mirti un’altra delle aree di intervento del Centro “La Noce”, struttura di accoglienza di secondo li vello  per quindici minori stranieri non accompagnati. Il commento di Anna Ponente è di gratitudine,  senza nascondere le difficoltà: «Abbiamo accolto la notizia con gioia, non ce lo aspettavamo, per  noi è un segno di attenzione per il Centro, che è molto conosciuto a Palermo, ed è molto attivo. In  questo periodo di tagli e revisioni si tratta di un riconoscimento non solamente simbolico, ma di un  aiuto concreto, essenziale per permetterci di mantenere gli standard nel rispetto dei diritti dei  ragazzi e delle ragazze che accogliamo».

Foto: “scenografia” di un’attività scolastica, via Facebook:  https://www.facebook.com/lanocepalermo