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Statue e monumenti anti ebraici, dibattito in Germania sulla rimozione

Il dibattito infuria nella città di Martin Lutero, Wittenberg, culla del protestantesimo. La giustizia tedesca ha appena respinto il ricorso di Michael Dullmann, membro della comunità ebraica in Germania, che chiedeva l’asportazione di un bassorilievo che orna la chiesa Santa Maria, dal motivo apertamente antisemita. La scultura, datata 1305, rappresenta una scrofa che allatta per l’appunto dei giovani ebrei mentre un rabbino è intento a scrutare le natiche dell’animale. La richiesta di asportare l’opera e collocarla in un museo cittadino è stata respinta dal tribunale distrettuale di Dessau-Roßlau.

Sono almeno una trentina i cosiddetti “Judensau” presenti nelle chiese europee, per lo più in Germania, con un paio di incursioni in Francia, a Colmar e a Metz: la più antica è datata 1230 e si trova nel chiostro della cattedrale di Brendeburgo. Lo scopo era di disumanizzare il popolo ebraico rappresentandolo con un animale considerato impuro.

Nel 2016 il teologo londinese Richard Harvey aveva promosso una petizione on line chiedendo le rimozioni di tali sculture, senza successo.

Alcuni leader cristiani tedeschi non si oppongono alla rimozione della scultura. In una dichiarazione, Irmgard Schwaetzer, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica tedesca (Ekd), propone di spostare il bassorilievo di Wittenberg in un nuovo memoriale di fronte alla chiesa. Secondo la donna, la scultura esprime «il puro odio verso ebrei» che allora era espresso con grande virulenza, «un odio che deve essere ricordato perché sia allontanato. Dobbiamo pensare ai sentimenti che provano i nostri fratelli e le nostre sorelle ebrei e ebree quando scoprono questo luogo storico» conclude.

Anche il mondo politico si sta occupando del caso, diventato molto mediatico in Germania. Nel 2017, il consiglio comunale di Wittenberg si è schierato a favore del mantenimento dell’opera, schierandosi dalla parte della difesa della storia tedesca. La città ha anche ricordato di aver collocato già nel 1988 una targa di bronzo in memoria degli ebrei morti durante la seconda guerra mondiale, a terra, sotto il bassorilievo.

In un’intervista rilasciata a Radio Deutschlandfunk il 28 maggio, Insa Christiane Hennen, docente di filosofia all’Università di Wittenberg, ha affermato che «i problemi dell’attuale antisemitismo non possono essere risolti eliminando gli oggetti medievali». «Certo, è molto importante che queste immagini siano spiegate per consentire  di comprendere la distanza storica che ci separa da quei tempi».

Un’associazione si sta formando per chiedere il ritiro del bassorilievo e diverse manifestazioni in tal senso si sono svolte in città, guidate soprattutto dal pastore Lipsia Thomas Piehler, che chiede di spostare la scultura in un museo. Il partito nazionalista ed euro-scettico tedesco, AfD, cavalca l’onda della discussione e chiede il mantenimento nell’attuale collocazione,

 Martin Lutero (1483-1546)  predicò per la prima volta in tedesco nella chiesa di Santa Maria di Wittenberg, ora patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e in una delle sue opere descrive anche il bassorilievo in questione, con toni certo non concilianti, ma è nota l’avversione del monaco agostiniano nei confronti dell’ebraismo.