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Mauritius: la Chiesa presbiteriana celebra 40 anni di autonomia

Saint John è stato il primo luogo a ospitare una Chiesa presbiteriana a Mauritius e un ritratto del reverendo Jean Lebrun è lì a ricordarlo. Fu lui, missionario della London Missionary Society a fondare quella chiesa negli anni Quaranta dell’Ottocento e contemporaneamente all’arrivo sull’isola della Chiesa di Scozia. 

Il reverendo Lebrun, allora decise di unire le due chiese riformate presenti, era il 1876.

Cento anni più tardi, il 15 settembre 1979, il Parlamento dell’isola votò una Legge che riconobbe alla Chiesa presbiteriana di Mauritius (Epim) la sua costituzione e la sua autonomia.

Oggi l’Epim, membro della Cevaa così come la Chiesa valdese, ha cinque parrocchie (Saint-André a Rose-Hill, Saint-Columba a Phoenix, Saint-Jean a Port Louis, Saint-Joseph a Grand Gaube e Saint-Pierre a Pointe-aux-Piments), una cappellania malgascia per via della forte presenza di una comunità di lavoratori del Madagascar sull’isola, il cui parroco Tovo Ramanantsoa è membro della comunità di chiese protestanti in missione (Cevaa).

Il 2019 è stato caratterizzato da una serie di eventi promossi dalla Chiesa presbiteriana di Mauritius, preparati per celebrare i suoi primi quarant’anni di autonomia che culmineranno domenica 15 settembre con culti, preghiere, attività celebrative.  

Il 18 maggio 1814, le Mauritius appartenevano da poco più di tre anni agli inglesi. Sir Robert Farquhar, il governatore del tempo, era consapevole dell’importanza di educare le persone più povere. Sotto la sua guida, un giovane pasotre originario dell’isola di Jersey sbarcò quel giorno a Port Louis. Era Jean Lebrun, 24 anni, bilingue francese-inglese, inviato dalla London Missionary Society.

Poche settimane dopo il suo arrivo, Jean Lebrun aprì una prima scuola gratuita per la popolazione indigena a Port Louis. A quel tempo, le scuole non erano pubbliche e solo una era aperta ai bambini delle famiglie dei nativi, con tasse scolastiche elevate. Oltre al suo impegno per l’accesso all’istruzione per tutti, il pastore Lebrun non faceva distinzione di classe durante il culto, predicava il Vangelo per tutti e soprattutto offriva cerimonie dignitose e uniformi per i morti. Queste varie azioni gli procurarono molte critiche dalla fazione privilegiata della popolazione e del clero. Il pastore organizzò anche i primi incontri di preghiera in case private a Port Louis. 

Lebrun non si stancava mai di condividere la Buona Novella. Ha formato diversi evangelisti per svolgere culti in tutta l’isola e offrire lezioni di catechismo. Jean Lebon, uno schiavo liberato, fu uno dei primi catechisti preparati da Jean Lebrun. Tradusse il catechismo di Watt in creolo e insegnò in una delle scuole riservate agli schiavi.

Jean Lebrun morì il 21 febbraio 1865. Gli omaggi resi dagli uomini della Chiesa e dai politici del tempo non mancarono. Fu istituito un comitato per erigere un memoriale a colui che aiutò ad avanzare la causa dei poveri e dedicò la sua vita a loro.