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Stop alla demolizione case. A rischio 15.000 bambini siriani

World VisionSave the Children e la Fondazione Terre des hommes hanno lanciato un appello disperato al Governo libanese affinché fermi la prevista demolizione delle abitazioni che ospitano rifugiati siriani.

Le tre agenzie di sviluppo denunciano che almeno 15.000 bambini rimarranno senza casa se la demolizione delle case ad Arsal, nel Libano orientale, procederà come previsto. Nell’operazione verrebbero distrutti anche diversi sistemi idrici domestici e sanitari, esponendo i bambini ad un alto rischio di infezioni e malattie.

Le case sono state destinate alla demolizione dopo che lo scorso aprile il Consiglio della Difesa Superiore – corpo militare – ha stabilito che tutte le “strutture semi-permanenti” costruite nei campi dai rifugiati siriani con materiali diversi dal legname e dai teli di plastica, dovevano essere demolite.

World Vision ha avvertito che, demolendo le case, si avrebbe un impatto “grave” sul benessere fisico e mentale delle famiglie colpite. L’agenzia umanitaria cristiana ha detto che non è chiaro dove i rifugiati – tra l’altro esposti al torrido clima estivo – potrebbero vivere se le loro case venissero distrutte.

Hans Bederski, direttore del World Vision Country, ha espresso preoccupazione sul benessere delle famiglie qualora fossero costrette a trascorrere il prossimo inverno senza un adeguato riparo. «Siamo preoccupati di come questi bambini e le loro famiglie, specialmente quelli con a capo le donne, sopravviveranno alle dure condizioni meteorologiche, riparandosi in rifugi di fortuna o sotto teloni impermeabili», ha detto.

Allison Zelkowitz, direttrice di Save the Children’s Country in Libano, ha dichiarato: «I nostri team incontrano regolarmente bambini che sono ancora scossi dalla perdita delle loro case in Siria. Questi bimbi non dovrebbero assistere alla demolizione delle loro case, rivivendo antichi traumi».

Il Libano ospita quasi un milione di rifugiati siriani che vivono in contesti urbani e insediamenti informali. Si ritiene che almeno due terzi vivano sotto la soglia di povertà.

Ad Arsal, 5.682 strutture in calcestruzzo che ospitano oltre 25.000 persone, sono state destinate alla demolizione. Si prevede che misure simili vengano imposte anche in altri villaggi, allargando il numero delle famiglie coinvolte.

Piotr Sasin, rappresentante della Fondazione Terre des hommes, ha dichiarato: «Molte di queste famiglie sono molto povere, riescono a malapena a far quadrare i conti e a mettere il cibo in tavola. Se le loro case verranno demolite, non avranno modo di ricostruirle o di pagare l’affitto altrove. Per un bambino che mangia a malapena e spesso non va a scuola, perdere una casa è estremamente traumatico, e stiamo parlando di circa 15.000 bambini».