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Rinnovato il contratto delle “Opere Valdesi”

Il 15 giugno, salvo sorprese, verrà firmato il contratto nazionale per il «personale dipendente da enti, opere ed istituti valdesi». Infatti è stato finalmente trovato l’accordo fra la Tavola valdese e i sindacati e ora la «palla» è nelle mani delle organizzazioni sindacali che dovranno sottoporre il contratto ai lavoratori, un passaggio quasi formale che dovrebbe portare alla firma definitiva il 15 giugno. La situazione era infatti in stallo da molto tempo, in quanto il contratto di categoria era scaduto a gennaio 2013.

«I tempi sono stati lunghi ma è una cosa abbastanza normale, dovuta anche a una pausa nelle trattative perchè ci trovavamo troppo lontani dal punto di vista degli accordi economici» spiega Gabriella Semeraro della Funzione Pubblica della Cgil di Torino. «È vero – fa eco Marco Armand Hugon che ha guidato la commissione trattante della Tavola valdese – i tempi sono stati lunghi ma finalmente siamo giunti alla conclusione di questo iter che parte sempre con l’iniziativa dei sindacati che indicono i tavoli di trattativa».

Armand Hugon prima di parlare degli aspetti economici ci tiene a sottolineare un altro aspetto. «Abbiamo discusso, sempre serenamente, anche di tutti gli aspetti normativi del contratto nazionale: abbiamo rivisto molti aspetti legati agli straordinari, alle notti lavorative e altri aspetti simili prima di arrivare a discutere del trattamento economico». «Siamo soddisfatti – conferma Semeraro – perchè siamo riusciti ad avere alcune modifiche rispetto al contratto precedente riuscendo a esempio a inserire nell’orario lavorativo i tempi di vestizione».

Gli aumenti saranno di 75 euro lordi per il livello C2 e inoltre ci sarà un una tantum di 400 euro che coprirà gli anni di vacanza contrattuale. L’aumento verrà scaglionato in tre momenti diversi: il primo di 30 euro a luglio di quest’anno; il secondo, di altri 30 euro, a novembre e infine gli ultimi 15 euro a marzo 2020. L’una tantum invece verrà divisa in due tranche: la prima di 200 euro a luglio e la seconda uguale a marzo 2020, mese in cui il contratto entrerà a regime (ma sarà già scaduto, andando a coprire il triennio 2017-18-19). «Questa divisione è dovuto a una questione di liquidità che per alcuni enti poteva essere un problema» aggiunge Armand Hugon. Il contratto è stato chiuso dopo quello di Uneba (Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale) e delle cooperative sociali del terzo settore e si colloca sulla stessa lunghezza d’onda.

«C’è la volontà di uniformare i contratti dei lavoratori del settore – conferma Semeraro – e dobbiamo dire che questo delle opere valdesi ci soddisfa avendo un aumento in percentuale superiore a quello previsto dall’Istat». Il bilancio della Tavola e della Diaconia è in ogni caso segnato da questo nuovo contratto. «Solo in Csd avremo un costo maggiore di circa 500 mila euro l’anno – conclude Armand Hugon – che avranno un impatto notevole. D’altro canto non possiamo, per esempio nelle case di riposo alzare le rette ulteriormente: lo Stato dovrà adeguare i suoi contributi, perchè lo scenario non è dei più rosei».