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«Un attacco che mi ferisce»

«Chiedo formalmente al Presidente della Repubblica di sospendere il conferimento e rivedere la sua decisione perché tale gesto sarebbe un clamoroso atto di sottomissione all’Islam radicale. La notizia che la prefettura di Ancona la consegnerà il 2 giugno lascia increduli». Questo in sintesi l’attacco portato dalla leader del partito Fratelli d’Italia Giorgia Meloni alla notizia della nomina, avvenuta ieri, a Cavaliere del lavoro di Asmae Dachan, giornalista italo-siriana nata ad Ancona nel 1976, collaboratrice fra gli altri di Panorama, Avvenire, Rai, porposta al cavalierato dall’Ordine dei giornalisti della regione Marche

Qui di seguito l’intervento che Dachan ha scritto a seguito delle accuse ricevute:

«Mi trovo costretta, mio malgrado, a intervenire a proposito delle accuse che l’on. Meloni ha formulato nei miei confronti alla vigilia del conferimento dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica. Secondo l’on. Meloni sarei una persona indegna di ricevere tale onorificenza in quanto simpatizzante con il terrorismo e l’integralismo islamico, sostenitrice di uno stato salafita in Siria, contigua a criminali senza scrupoli, figlia dell’ imam di Genova, leader, a suo dire, dei Fratelli Musulmani. Infine, sarei colpevole, sempre per l’on. Meloni, di aver difeso il velo, il fazzoletto che porto in testa a copertura dei miei capelli.

Ho l’obbligo di rispondere a tali affermazioni. Non vi è nulla di più distante da me, dalla mia educazione e dai miei convincimenti del terrorismo, della violenza, dell’integralismo. I miei articoli, i miei libri, la mia vita ne sono una testimonianza. Considero le dittature, tutte, comprese quelle religiose e salafite, un male da combattere. Alla vigilia della Festa della Repubblica tale mio pensiero non può che essere ancora più sentito: sono e mi sento nelle mie fibre più intime italiana e so quale tributo di distruzione, di morte e dolore è costato all’Italia liberarsi dalla dittatura fascista e guadagnare la democrazia. La democrazia, la libertà, il rispetto della dignità delle persone sono per me un valore che mi guida ogni giorno nel mio lavoro di giornalista e di cittadina italiana. Considero la libertà il bene supremo che nessuno può scalfire. La libertà è il bene cui ciascun essere umano ha diritto ed è per questo che da italiana di origini siriane e da giornalista ho raccontato la tragedia del popolo siriano.

Non mi riconosco in nessuna delle accuse che l’on. Meloni mi ha rivolto. Non comprendo come certe affermazioni possano essere formulate senza un briciolo di verifica, di attenzione, di rispetto verso la storia e la vita delle persone. A proposito del velo che porto in testa, considero le scelte delle donne un fatto che appartiene alle donne. Combatterò sempre chi pretende di imporre loro come vivere, cosa indossare (ivi compreso il velo), quali scelte di vita compiere. Ovunque ci sarà una donna costretta ad indossare il velo, quella donna troverà sempre in me un alleato e un difensore. Affermo ciò da donna che indossa il velo, con libertà e convinzione, oggi più che mai visto che mi ritrovo, mio malgrado e per pura speculazione, ad essere una donna che viene offesa e dileggiata per il solo fatto di indossare il velo.

Riceverò l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica fiera di essere italiana, fiera di essere cittadina di un Paese democratico, fiera della Repubblica, unica garanzia contro ogni forma di dispotismo, di sopruso, di umiliazione ma anche unica garanzia per il progresso, l’uguaglianza, la parità di genere. E’ difficile comprendere perché tanta acrimonia verso di me, è difficile farsene una ragione e continuo a credere che se l’on. Meloni avesse letto quanto scrivo da anni, anche lei è una giornalista può comprendere cosa intendo, non avrebbe diffuso così tante infondate accuse nei miei confronti. Noto anche che l’on. Meloni mi ha attribuito di essere la figlia dell’imam di Genova, città nella quale né io né la mia famiglia abbiamo mai vissuto.

Mi aggrappo quindi a questo ennesimo strafalcione per credere che questa aggressione ai miei danni sia il frutto di un abbaglio, di una foga polemica che prescinde persino dalla mia persona, della quale chi mi accusa non sa nulla, nemmeno dove vivo. Auguro a tutti una Buona Festa della Repubblica, perché sia la festa dei diritti, della libertà, dell’uguaglianza e della giustizia».