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Le chiese per una società sostenibile

La citta di Oslo è la vincitrice del premio “Capitale Europea verde 2019”, indetto dalla Commissione Europea, che vedrà i festeggiamenti ufficiali il prossimo 19 giugno. Tra le tante iniziative si è inserita la Conferenza organizzata dalla Chiesa evangelica della Norvegia (3,8 milioni di componenti su 5 milioni di abitanti, 11 diocesi e 1400 pastori) in collaborazione con la Rete cristiana europea per l’ambiente (Ecen) dal titolo “Tra disperazione e speranza: cosa si deve fare e come lo facciamo”, una tre giorni in cui si sono alternati interventi da parte delle chiese e della società civile e politica di Oslo, in un clima di grande accoglienza.

Un dialogo costruttivo con opportunità di scambio e di crescita che il segretario della Conferenza delle chiese europee (Kek) Peter Pavlovic ha sintetizzato come un camminare con fede, insieme, nella nostra diversità per raggiungere l’obiettivo. Pavlovic, nel presentare un video della storia dell’Ecen, ha espresso soddisfazione per quanto sinora raggiunto in questi venti anni e preoccupazione (che Greta Thunberg definisce panico) per l’urgenza della conversione imposta dai cambiamenti climatici, un’urgenza che sia le chiese sia la società norvegese stanno iniziando a prendere sul serio.

Sullo sfondo degli obiettivi per uno sviluppo sostenibile dell’Onu al 2030, l’ultimo rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Ipcc) uscito nell’ottobre scorso ha mobilitato giovani in tutta Europa ispirati da Greta Thunberg, e rafforzato l’impegno delle organizzazioni ambientaliste esistenti in una collaborazione tra chiese, organismi istituzionali, sindacati e società civile. Tra le testimonianze locali, abbiamo ascoltato Tina Vaie, che frequenta la School strike for climateEco Agents (www.miljøagentene.no), una struttura giovanile collegata alla Società norvegese per la conservazione della natura costituita nel 1992, e un dialogo tra lei e Linda Parr, una esponente della campagna internazionale dei nonni e delle nonne per il clima (www.besteforeldreaksjonen.no). È stata inoltre presentata l’attività dibridge to the future (www.broentilframtiden.com/english) in cui cooperano chiese, sindacati, scienziati e ambientalisti, e la Interfaith Rainforest initiative (www.interfaithrainforest.org) per la protezione dei pochi polmoni verdi del pianeta rimasti, in fase di distruzione.

Il segretario generale del Consiglio cristiano norvegese e la esponente del Norvegian Church Aidhanno denunciato la responsabilità del loro Paese verso il cambiamento climatico ed esposto gli obiettivi di mitigazione messi in atto dalle chiese a partire da studi documentati. Con una popolazione pari allo 0,07% del totale mondiale, la Norvegia ha una capacità di soluzione e una responsabilità dello 0,74% nel 2018, mentre la sua quota corretta dovrebbe essere dello 0, 65% (circa 24,6 Mt COequivalenti) al 2030. Il suo obiettivo di riduzione interno è del 40% ma sarebbe necessario un 59%, essi dichiarano in un documento redatto da Amici della terra, dal governo norvegese e da Norvegian Church Aid.

Le chiese chiedono anche di fissare a 65 miliardi di Corone all’anno il contributo a misure di adattamento in altri Paesi e di fermare l’estrazione di petrolio e gas dal mare del nord.

Abbiamo anche partecipato a un culto per il creato in una piccola comunità vicina e una parte del gruppo ha visitato una eco-comunità a Oslo, mentre un’altra è andata al cantiere della “cattedrale della speranza”,un tempio galleggiante non connotato religiosamente, con il tetto di plastica raccolta sulle spiagge della Norvegia. Di essa è stato completato lo scafo. Sarà ampia 120 metri quadri, le pareti sono alte 5 metri e la punta del tetto arriverà a 12 metri (www.hopecathedral.no). A una serata sociale, invitati dalla vescova di Oslo Kari Veiteberg, abbiamo conosciuto Jona Sorset, il giovane che in occasione della Cop 24 lo scorso dicembre ha svolto il pellegrinaggio da Oslo a Katowice in bicicletta.

Tra le voci provenienti dalla rete Ecen, a testimonianza della ricchezza e della articolazione dell’impegno delle chiese in Europa, sono state portate le esperienze da Francia, Germania, Scozia, Italia, Inghilterra, Bielorussia e Ungheria. Henrik Grape ha illustrato i prossimi progetti del Consiglio ecumenico delle chiese.

Quindi non solo esperienze, ma anche tante proposte, che vedono le chiese sia protagoniste di cambiamenti dei propri stili di vita, sia portatrici nella società di proposte e di speranza sostenuta dalla fede.