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Un’ App per sostituire le bibbie distrutte in guerra

Dozzine di profughi del Sud Sudan si sono riuniti domenica mattina in una tenda nel campo di Imvepi, in Uganda, per ringraziare Dio per avergli permesso di fondare una nuova chiesa, pentecostale, resa possibile grazie a una recente applicazione per tablet che consente ai predicatori di accedere alle traduzioni della Bibbia e alle risorse teologiche, da cui possono preparare i loro sermoni e condividere la loro fede con i parrocchiani.

«Questo è un nuovo inizio per i rifugiati», afferma il pastore Chol Mayak, 48 anni, padre di quattro figli, che ha recentemente completato il corso di formazione per l’utilizzo delle applicazioni. «Formeremo altri rifugiati  affinché anche loro possano aprire più chiese e diffondere il vangelo nei campi». L’app eVitabu è stata sviluppata da Jonathan Haddock e Michael Berry, membri della Chiesa Battista di Canterbury nel Regno Unito. È stata lanciata l’anno scorso dalla African Pastors Fellowship. Il gruppo ha donato ai pastori tablet a pannelli solari con preinstallata l’app in questione. L’applicazione sta andando a sotituire  le opere di riferimento che molte chiese nel Sud Sudan hanno perso nel tumulto della guerra civile del paese.

Il pastore  Mayak, della Soul Pentecostal Church, è fuggito da Yei, una città nel Sud Sudan sudoccidentale, dopo un attacco alla sua chiesa e alle case dei suoi seguaci. Tutte le bibbie della chiesa sono così andate perse, così come i libri del pastore. I casi simili sono molti, i testi andati distrutti difficilmente sostituibili. L’applicazione mira anche a migliorare le competenze dei religiosi africani, in generale. La African Pastors Fellowship, un’organizzazione benefica con sede nel Regno Unito, stima che oltre tre milioni di chiese nei paesi poveri siano gestite da persone con qualifiche scarse o nulle. In Africa, l’organizzazione rileva che oltre il 90% dei pastori non ha mai ricevuto un solo giorno di formazione. Il primo vantaggio di questa applicazione è la rapida disponibilità di testi biblici per i sud sudanesi, alcuni dei quali sono fuggiti dal loro paese devastato dalla guerra cinque anni fa.

Da quando è diventata disponibile, più di una dozzina di chiese sono state fondate in più di 20 campi profughi nel nord dell’Uganda.

Adattamento da protestinfo.ch