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Un nuovo Decreto Sicurezza?

Venerdì 10 maggio il ministero degli Interni ha diffuso la bozza di un Decreto Sicurezza bis, che non è ancora stato esaminato dal Consiglio dei Ministri ma che è stato proposto d’urgenza da Matteo Salvini. Tuttavia, nonostante la natura urgente del provvedimento, tutti gli osservatori concordano sul fatto che difficilmente la bozza verrà discussa prima delle elezioni europee del 26 maggio, anche perché dopo quella data gli equilibri politici italiani potrebbero cambiare in modo significativo, mettendo a rischio anche la stabilità dell’esecutivo e la maggioranza su cui si fonda.

La bozza ha comunque suscitato la reazione negativa di numerosi giuristi. Secondo Gianfranco Schiavone, vicepresidente di Asgi e presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà, «non esistono i requisiti di urgenza che vengono invocati. Qualsiasi norma di questo tipo dovrebbe prendere la strada di un disegno di legge, quindi siamo di fronte a una forzatura che ha una qualificazione politica, in questo caso finalizzata al tentativo di aumentare il consenso elettorale in vista delle Europee».

Ma che cosa prevede questo nuovo Decreto Sicurezza? Sono due i principali ambiti di intervento: il soccorso in mare e l’ordine pubblico. I primi quattro articoli sono dedicati proprio alle operazioni di ricerca e soccorso, uno dei temi più divisivi dell’attuale stagione politica e da anni al centro di inchieste che non hanno mai portato a processi o a certezze di reato. L’articolo 1 prevede una sanzione da 3.500 a 5.500 euro per ogni cittadino straniero soccorso e trasportato in Italia da navi di soccorso e la sospensione della licenza, o addirittura la revoca, per navi che battono bandiera italiana. Nell’articolo 2, invece, si parla del trasferimento della competenza a limitare o vietare il transito e la sosta nel mare territoriale italiano dal ministro delle Infrastrutture al ministro dell’interno, un aspetto che potrebbe essere osteggiato dal Movimento 5 Stelle, di cui fa parte il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. L’articolo 3 prevede l’affidamento alle procure distrettuali anche delle ipotesi non aggravate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e l’estensione dell’uso delle intercettazioni per reati di questo tipo. Infine, con l’articolo 4 si stanziano tre milioni di euro per il finanziamento di poliziotti di origine straniera che potranno essere destinati a indagini sotto copertura.

«L’obiettivo – spiega Schiavone – è quello di ostacolare il soccorso da parte di Ong umanitarie e definire per legge quella che è a tutti gli effetti una criminalizzazione, perché nel testo si applicano sanzioni a coloro che effettuano il soccorso in mare, in pieno contrasto con l’indirizzo internazionale, che rimane ovviamente vigente. Noi ci troveremmo di fronte in questo scenario a una norma che espressamente o di fatto è inapplicabile, cioè contiene espressioni prive di un reale contenuto giuridico, oppure è in netto contrasto con il diritto internazionale, quindi presenta profili evidenti di incostituzionalità».

La seconda parte della bozza, che comprende gli articoli dal 5 all’11, si occupa invece di sicurezza e ordine pubblico. In questo ambito, le principali novità riguardano l’inasprimento delle sanzioni in seguito ai reati di devastazione, saccheggio e danneggiamento commessi nel corso di riunioni pubbliche, l’introduzione di nuove fattispecie di reati per colpire più duramente chi si oppone ai pubblici ufficiali, alcune modifiche al codice penale che prevedono sanzioni per i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e il reato di violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. A margine di queste proposte, si aggiunge poi uno stanziamento per avere più militari disponibili per le Universiadi di Napoli del 2019. Anche questa seconda parte non ha mancato di suscitare perplessità tra i giuristi, soprattutto in merito alle competenze.

«Nei primi quattro articoli c’è un conflitto tra Interni e Trasporti, mentre nella seconda parte c’è un conflitto macroscopico con il ministero della Giustizia. È una palese invasione di campo che presenta profili di illegittimità costituzionale con le competenze strette del Ministero della Giustizia, soprattutto quando si interviene nell’organizzazione degli uffici con la proposta di assumere nuovo personale specifico per la notifica delle decisioni mai notificate dell’autorità giudiziaria sopratutto nelle corti d’appello. Siamo di fronte a un disegno di concentrazione di potere in un unico dicastero». Come detto, per ora siamo di fronte a una bozza, i cui tempi di discussione sono difficili da prevedere soprattutto per la vicinanza con le elezioni europee, regionali e amministrative del 26 maggio, ma in caso di approvazione rimangono molti dubbi sul tavolo: «andremo il più rapidamente possibile del conflitto su vari aspetti di profili di incostituzionalità in particolar modo l’articolo 117 per violazione delle normative internazionali sull’aspetto più delicato, quello del soccorso in mare, poi si apriranno scenari di conflitto di attribuzione e competenza interne».