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Incontro interreligioso sulla persecuzione dei cristiani

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, ha ospitato ieri il segretario di Stato americano Mike Pompeo e il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, ad un incontro dei leader religiosi per discutere su come proteggere i cristiani dalla persecuzione.

Durante l’incontro sono stati posti in discussione anche i modi per garantire la libertà di religione e di credo delle persone di tutte le fedi e tradizioni.

Il primate anglicano ha sollevato due questioni: la prima è che il Regno Unito potrebbe utilizzare i suoi legami commerciali con paesi in cui si verifica la persecuzione per promuovere la libertà di culto. «Abbiamo legami di politica estera validi ed essenziali in tutto il mondo – ha affermato Welby – ma come sapete meglio di me, in alcuni di essi la libertà di religione e di credo non è garantita».

La seconda questione richiamata dall’arcivescovo ha riguardato l’intervento militare. Riferendosi agli interessi delle minoranze religiose, Welby ha detto: «Gli interventi stranieri possono spesso avere conseguenze molto gravi a lungo termine, come abbiamo visto con il crollo della popolazione cristiana in alcune parti del Medio Oriente».

Dopo l’incontro, l’arcivescovo Welby ha commentato su Twitter: «In queste relazioni, dobbiamo essere chiari che la libertà di culto è una parte essenziale dell’essere umano».

E sempre su Twitter, ha dichiarato che gli interventi militari possono avere «terribili» conseguenze per il cristianesimo e per le altre minoranze, come è stato in Iraq negli ultimi due decenni, dove c’è stato un “terribile collasso” nella popolazione cristiana.

L’incontro, che ha visto la partecipazione dei leader di altre comunità di fede, tra cui il rabbino capo Ephraim Mirvis e l’imam Qari Asim, è stato convocato a seguito di un rapporto sulla persecuzione cristiana presentato a gennaio dal ministro Hunt. Una bozza del rapporto (la cui stesura completa è prevista in estate) è stata pubblicata la scorsa settimana; i dati raccolti dicono che il livello di persecuzione dei cristiani nel mondo è vicino alla definizione di «genocidio» adottata dalle Nazioni Unite.