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Nel 2020 una conferenza “alternativa” dei vescovi anglicani

Si allarga la frattura nella Comunione anglicana mondiale: in una nuova dichiarazione resa pubblica ieri, la Global Anglican Future Conference (Gafcon) – ala conservatrice della Comunione anglicana mondiale – ha annunciato che dall’8 al 14 giugno 2020 a Kigali (Ruanda), organizzerà un raduno aperto a tutti i vescovi anglicani.

L’incontro si svolgerebbe così solo poche settimane prima della Conferenza di Lambeth (23 luglio – 2 agosto 2020) – incontro a scadenza decennale che riunisce i rappresentanti della Comunione mondiale anglicana –, organizzata da Justin Welby, arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione anglicana.

Nel comunicato emesso dal Consiglio dei Primati della Gafcon si afferma: «Non abbiamo alcun interesse a rivaleggiare con l’incontro di Lambeth, ma non vogliamo che i nostri vescovi siano privati della fedele comunione mentre aspettiamo che l’ordine nella Comunione sia ripristinato. Pertanto, abbiamo deciso di convocare un incontro dei vescovi della Comunione anglicana nel giugno del 2020». La protesta riguarda sempre le posizioni di apertura che alcune chiese appartenenti alla Comunione anglicana mondiale hanno assunto sulle benedizioni o celebrazioni di matrimoni tra persone dello stesso sesso e sulle ordinazioni sacerdotali di persone dichiaratamente omosessuali.

«La conferenza – prosegue il comunicato – sarà principalmente organizzata per coloro che non parteciperanno a Lambeth; tutti i vescovi della Comunione anglicana che hanno sottoscritto la Dichiarazione di Gerusalemme e la Risoluzione di Lambeth I.10 sono invitati a unirsi in questo tempo di insegnamento, adorazione e fratellanza».

La risoluzione a cui si fa riferimento è stata approvata nel 1998 dai vescovi anglicani di tutto il mondo e conferma la posizione tradizionale sul matrimonio e la sessualità. Tecnicamente rimane in vigore, anche se diverse province anglicane l’hanno superata.

In relazione alla Lambeth Conference 2020, la Gafcon afferma: «L’anno scorso a Gerusalemme i nostri delegati ci hanno esortato a non partecipare [all’evento] se non fosse stato restaurato l’ordine divino nella Comunione, e hanno invitato l’Arcivescovo di Canterbury a attuare i necessari cambiamenti che rientrano nel suo potere e nelle sue responsabilità».

«Non abbiamo ancora ricevuto una risposta dall’Arcivescovo di Canterbury e notiamo che, allo stato attuale, la Conferenza vedrà la partecipazione delle province che continuano a violare la risoluzione I.10 di Lambeth, ponendo così la Conferenza stessa in violazione di una sua risoluzione: non sostenere la fedeltà nel matrimonio e legittimare pratiche incompatibili con la Scrittura. Questa incoerenza lacera ulteriormente il tessuto della Comunione anglicana e mina le fondamenta della riconciliazione».

La dichiarazione richiama anche la posizione tradizionalista della Gafcon sul ruolo degli uomini e delle donne nel ministero.

I primati della Gafcon, richiamando la visione contenuta in un rapporto pubblicato dopo quattro anni di studio, affermano che «le province di Gafcon dovrebbero mantenere la pratica storica della consacrazione a vescovi solo degli uomini, fino a quando un forte consenso al cambiamento emerga dopo la preghiera, la consultazione e il continuo studio della Scrittura».

Tuttavia, si dice che una task force della Gafcon continuerà ad affrontare la questione.

La dichiarazione (consultabile in versione integrale qui) è stata resa pubblica a conclusione di un incontro dei leader della Gafcon che si è svolto a Sydney, in Australia, dal 29 aprile al 2 maggio. La rete, che dice di rappresentare 50 dei 70 milioni di anglicani attivi in tutto il mondo, ha affermato che: «l’obiettivo principale di questa settimana è stata la discussione sui grandi compiti della missione e dell’evangelizzazione. Come comunità globale, siamo in una posizione unica per sostenerci a vicenda nel ministero, in un mondo in cui l’immigrazione di massa e la globalizzazione stanno ridisegnando i nostri paesi».