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Napoli. Danneggiata la porta “dorata” del Duomo

Alcuni teppisti avrebbero danneggiato l’opera d’arte dell’artista Giovanni De Gara, che era stata installata anche sui tre portoni del Duomo di Napoli, qualche giorno prima di Pasqua.

All’inizio del mese di aprile il progetto artistico «Eldorato»  – che utilizza le coperte termiche “dorate” di primo soccorso che vengono usate durante gli sbarchi e l’accoglienza dei migranti – che finora ha coinvolto diverse città italiane e chiese cristiane, è approdato anche a Napoli. Sono state rivestite “d’oro”: le porte della chiesa valdese in via dei Cimbri, della chiesa valdese e metodista del Vomero, della chiesa metodista e riformata di Portici (Na), della chiesa luterana in via Carlo Poerio, di diverse chiese cattoliche, tra cui il Duomo, e il portale del Maschio Angioino.

Un’ampia adesione del territorio partenopeo al progetto artistico «Eldorato», che vuole promuovere una riflessione profonda sul tema dell’accoglienza delle migliaia di profughi che affrontano viaggi disperati verso l’Italia alla ricerca di un futuro migliore, e che invece dell’El Dorado – luogo leggendario in cui vi sarebbero immense quantità di oro e pietre preziose – trovano ad attenderli come unica cosa dorata delle coperte termiche.

Ad aver strappato una parte del rivestimento del portone del Duomo sarebbero stati dei ragazzini che, in tarda serata, diventano i padroni indisturbati dell’area davanti alla cattedrale. A seguito del danneggiamento, l’opera d’arte è stata rimossa per motivi di sicurezza.

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Anche le porte dorate della chiesa valdese di via Dei Cimbri hanno subìto degli strappi. 

«I ragazzini sono molto curiosi e potrebbero aver danneggiato i teli termici con cui erano stati rivestiti i portoni del Duomo per curiosità; non sarei troppo sicuro che si tratti di un atto vandalico ad opera di una banda di baby teppisti – ci racconta il pastore valdese Leonardo Magrì, raggiunto al telefono –. L’installazione sul portone della nostra chiesa, che si affaccia su una strada molto frequentata, è rimasta integra per oltre venti giorni. Poi qualche giorno fa, abbiamo assistito al momento in cui il passaggio di un passeggino ha provocato un piccolo strappo nel telo. Nonostante l’opera d’arte non fosse più integra abbiamo deciso di lasciarla così, per comunicare l’estrema fragilità dei teli dorati che testimonia tutta la fragilità delle politiche dell’accoglienza attualmente in vigore nel nostro paese. Stamattina lo strappo è più grande e può essere stato fatto da qualcuno volontariamente, oppure dal vento che ha accompagnato tutta la giornata di ieri. Resta il fatto che, comunque, le porte resteranno dorate».