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Fede e futuro un binomio inscindibile

Si è concluso domenica 28 aprile presso l’Hotel Villa Aurelia a Roma il Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi). L’Assise protestante è terminata con una dichiarazione d’impegno suddivisa in cinque punti programmatici «come base dell’agire ispirato dalla fede», ha rilevato il decano Heiner Bludau

Il testo finale recita: 1) «Riconosciamo che abbiamo peccato nei confronti delle buone intenzioni di Dio con il suo Creato e prendiamo atto che stiamo puntando verso una catastrofe globale irreversibile». 2) «Ci impegniamo a cambiare il nostro stile di vita personale attraverso misure concrete, per vivere e agire in maniera più equa». 3) «Ci informiamo e impariamo gli uni dagli altri e nominiamo un referente per l’ambiente nelle nostre comunità e a livello della Celi». 4) «Creiamo reti locali e interregionali con diversi attori (chiese, istituzioni). Quando celebriamo, e agiamo, lo facciamo nella consapevolezza del processo conciliare di pace, giustizia e mantenimento del Creato». Infine il quinto afferma: «Come Chiesa evangelica luterana in Italia, difendiamo gli interessi del Creato che Dio ci ha affidato nei confronti della politica e della società».

Le cinque linee guida «dimostrano quanto la Celi sia sensibile all’ecologia e alla sostenibilità», ha detto il presidente del Sinodo Georg Schedereit, e quanto «abbia deciso di assumere un importante ruolo ambientalista a livello sociale e politico seguendo i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Punti fondamentali che i 56 sinodali porteranno nelle 15 comunità distribuite sul territorio nazionale». 

Il tema della «Salvaguardia del Creato» è emerso con forza nella quattro giorni di lavori sin dall’inizio:«La bottiglia per l’acqua di alluminio riciclato che oggi vi consegniamo per non utilizzare la plastica è il nostro piccolo contributo per difendere l’ambiente», ha esordito Schedereit aprendo l’Assise luterana. E così nelle relazioni proposte ai sinodali, come quella di Peter Pavlovic e del decano Bludau.

La Tavola rotonda Fede e Futuro – Glaube und Handeln ha messo al centro il tema dell’agire attraverso la fede e indagato le prospettive future della Celi con Lothar Vogel, professore di Storia del cristianesimo presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma, il segretario agli Studi della Conferenza delle chiese europee (Kek), Peter Pavlovic Cordelia Vitiello, rappresentante legale della Celi. 

Vogel, prendendo spunto dal trattato La libertà del cristiano che Martin Lutero pubblicò nel 1520, ha messo in risalto il campo privilegiato dell’azione cristiana, e cioè un «agire “mondano”». «I cristiani e le cristiane sono chiamati ad agire in questo mondo – ha affermato –, come tutti gli altri umani, senza sentirsi moralmente superiori, assieme a loro e nel pieno rispetto dei loro confronti». 

Pavlovic, partendo dal tema del cambiamento climatico, si è chiesto, dandone poi risposta: «Che cosa dobbiamo fare come chiese? Qual è il contenuto specifico della speranza cristiana? La dottrina dice che speranza e fede sono legate. La fede è fondamento delle cose che si sperano; quindi, se vogliamo avere una speranza, dobbiamo occuparci della qualità della stessa fede», ha detto. Vitiello si è concentrata sul tema del futuro della chiesa sottolineando che stiamo vivendo un momento storico critico ma interessante, perché mette in discussione i modelli preconfezionati e apre a nuove possibilità di lavoro: «È qui che oggi la chiesa può, anzi deve, rispondere a pieno titolo, riprendendo il ruolo di “soggetto che aiuta”».

Un Sinodo che si è dipanato tra attività pratiche e discussioni di attualità: elezioni e votazioni su questioni di bilancio e di budget, distribuzione dei fondi Otto per mille, decisioni importanti sulle attività diaconali senza dimenticare la crisi economica, delle istituzioni europee e il dramma dei rifugiati e le tendenze populistiche come i nuovi nazionalismi (temi particolarmente sentiti in Italia), che ha aperto i suoi lavori nella giornata particolare del25 aprile. «Un giorno di liberazione anche per i luterani presenti in Italia – ha affermato Schedereit –. Per i luterani la sconfitta decisiva del nazifascismo è ancora oggi motivo di festa perché siamo stati liberati da due devastanti dittature. Non ci sono “cose buone” nel fascismo e nel nazismo». 

Ai lavori, tra gli altri, sono intervenuti il moderatore delle Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), pastore Luca Maria Negro, il vicepresidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi) Giuseppe Miglio, la presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) Gabriela Lio, la presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi) Mirella Manocchio, il direttore della Claudiana editrice Manuel Kromer e rappresentanti della chiesa cattolica: monsignor Ambrogio Spreaficodella Conferenza episcopale italiana (Cei) e Stefano Ercolidel Segretariato attività ecumeniche (Sae).  

«Luterani e valdesi sono una piccola realtà numerica in Italia, ma la nostra responsabilità nella missione cristiana è grande – ha affermato il moderatore Eugenio Bernardini –. In Italia risuona in modo molto chiaro per noi il significato del mandato apostolico di Gesù “voi siete il sale della terra”: non badate troppo alla quantità, sembra dirci Gesù, l’importante è quel pizzico di “sale” che dà sapore alla vita, che dà senso, salute e salvezza all’esistenza».

«Una responsabilità che impegna la Celi da settant’anni», ha ricordato la vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei),Christiane Groeben.

Domenica 28 aprile un culto solenne ha chiuso le attività del Sinodo presso la chiesa della Comunità evangelica-Luterana di Roma con il saluto di congedo a tre pastore/i Franziska MüllerFriedemann GlaserUrs Michalke

«Fede e Futuro – Glaube und Handeln» è stato il filo conduttore scelto per questo Sinodo 2019: un binomio inscindibile; in realtà un trinomio che comprende la fede, il futuro e l’agire, visto in prospettiva dell’agire quotidiano», ha ricordato il decano Bludau salutando i sinodali al termine dei lavori.