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24 aprile, il genocidio armeno

Il 24 aprile è la data scelta per commemorare annualmente la terribile azione perpetrata dall’impero ottomano ai danni della popolazione armena, il genocidio armeno, che fra il 1915 e il 1916 portò alla morte almeno un milione e mezzo di persone.

In una riunione della Nato tenutasi il 12 aprile ad Antalya, le autorità turche, che confutano l’uso del termine genocidio per definire la questione armena, hanno denunciato la decisione di Emmanuel Macron di rendere il 24 aprile, in Francia, una Giornata commemorativa di questo dramma. Il presidente transalpino aveva annunciato tale decisione all’inizio di febbraio alla cena annuale del Ccaf, il Consiglio di coordinamento delle organizzazioni armene in Francia.

Ad Antalya, Sonia Krimi, deputata del partito di Macron Lrem (La Rèpublique en marche), è intervenuta per protestare contro tali accuse. Scatenando la reazione del ministro degli Esteri turco che ha rinfacciato alla Francia il suo passato coloniale in Algeria e la sua azione in Ruanda.

La Francia, che ha circa 300.000 cittadini di origine armena sul territorio, porta una responsabilità di questo genocidio non avendo risposto all’epoca agli appelli disperati dei sopravvissuti. Ma nel 2001, il Parlamento francese fu uno dei primi a riconoscere il genocidio armeno, con grande rabbia dei turchi.

Creata al tempo degli “stati-nazione”, la nuova Turchia nata dalla dissoluzione dell’impero ottomano doveva essere omogenea, da un punto di vista etnico e religioso. Il passato cristiano multi-millenario non trovò dunque spazio nel plasmare la nuova narrativa nazionale. Allo stesso tempo, la requisizione delle proprietà armene arricchì il nuovo stato.

Riconoscere il genocidio armeno metterebbe quindi in discussione tale processo. Agli occhi di molti turchi sarebbe, aprire il vaso di Pandora della diversità etnica, culturale e religiosa del paese, cioè rischiare nuove rivendicazioni territoriali e far rivivere lo spettro del suo smantellamento.

Nei giorni scorsi intanto, il 10 aprile, la Camera dei deputati in Italia ha votato una mozione che impegna il governo a «riconoscere ufficialmente il genocidio armeno e a darne risonanza internazionale». Immediata la reazione di Ankara che ha convocato l’ambasciatore italiano Massimo Gaiani per esprimere «il dispiacere per la scelta del parlamento italiano e per chiedere chiarimenti a riguardo».

 

Nella foto le marce forzate dei prigionieri armeni