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Notre Dame, il pastore Luca Maria Negro: «Rivolgere lo sguardo più in alto»

Pubblichiamo una breve meditazione del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), pastore Luca Maria Negro, all’indomani dell’incendio che ha colpito la cattedrale di Parigi.

Considerate i fiori dei campi come crescono: non lavorano duramente, né filano.
Eppure vi dico che neanche Salomone con tutto il suo fasto
è mai stato vestito come uno di loro.
Se, dunque, Dio riveste così l’erba del campo che oggi è,
e domani è gettata nella fornace,
non valete molto più voi, gente di poca fede? 
Non state, dunque, in ansia
Matteo 6, 28-31

La Bibbia ci invita a riflettere sulla fragilità umana e sulla bellezza. Oggi rivolgiamo il nostro sguardo in alto, dove le fiamme, il fumo e la guglia spezzata della cattedrale di Parigi lasciano un turbamento nell’anima.

È una ferita per la cultura e per l’arte, ma anche una ferita simbolica per la Francia e non solo. Notre Dame, per molti simbolo della cristianità, come se la cristianità appartenesse a un luogo, è piuttosto un simbolo storico, di ricchezza e bellezza che sono state immaginate a servizio di una collettività non solo religiosa. Per questo, ai cristiani, fratelli e sorelle che durante e dopo il rogo si sono inginocchiati di fronte al tempio, la Bibbia ricorda di rivolgere lo sguardo ancora più in alto. A tutti, la Bibbia ricorda di non essere in ansia, perché è Dio che provvede.

Il fuoco distrugge edifici e opere d’arte, ma distrugge anche speranze, persone, comunità, memoria. Sta a noi ritrovare il senso e la forza di rivolgere lo sguardo all’umanità, con reciprocità e amore, per cooperare alle sfide del presente. L’odio, la paura, la schiavitù, le guerre, le discriminazioni, le violenze verbali e fisiche sono il fuoco che divora. L’amore, il coraggio civile, la responsabilità, l’impegno sociale, la fratellanza e la sorellanza e la solidarietà sono le forze che possono ricostruire. È questa una delle resurrezioni che come cristiani, in questo tempo di Pasqua, vogliamo celebrare con gratitudine.

Il passo biblico è tratto dalla Bibbia italiana della Riforma, nella nuova traduzione del Nuovo Testamento promossa dalla Società biblica in Italia