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Sciopero delle donne svizzere il 14 giugno

Anche nelle chiese l’uguaglianza lascia a desiderare! Questa la motivazione con cui le donne evangeliche e cattoliche svizzere aderiscono al prossimo sciopero femminile nazionale in agenda il 14 giugno.

Pari diritti solo sulla carta
«Chiediamo l’uguaglianza: azione comune, processo decisionale, formazione di donne e uomini a tutti i livelli della chiesa. Punto. Amen», recita così l’appello congiunto delle due associazioni ombrello delle donne evangeliche e cattoliche svizzere.

«L’uguaglianza non è stata ancora raggiunta, nemmeno nella chiesa riformata», ha affermato a ref.ch Dorothea Forster, presidente delle Donne evangeliche svizzere. Secondo lei, i sessi sono uguali sulla carta, ma ci sono ancora molti più uomini che donne negli organi direttivi delle chiese. Ciò è dovuto principalmente alla mancanza di compatibilità della famiglia e della carriera, oltre che ai tradizionali modelli di comportamento.

Più lavoro meno pagato
Per Dorothea Forster, le donne nelle comunità svolgono molto più lavoro di volontariato rispetto agli uomini, e ciò dovrebbe essere maggiormente riconosciuto dalle chiese. Ha anche menzionato la questione della sicurezza sociale: basti pensare alle catechiste, che lavorano part-time e a salari bassi, con inevitabili ripercussioni sulla loro pensione. «Serve sempre un atto di ribellione, come lo sciopero delle donne, per attirare l’attenzione su questi temi», aggiunge Forster.

Dichiarazione di resistenza
Le donne evangeliche e cattoliche coinvolte nella vita della loro chiesa non solo manifesteranno venerdì 14 giugno, ma prolungheranno l’agitazione per tutto il fine settimana. Una “dichiarazione di resistenza” verrà letta durante le celebrazioni religiose domenicali. Inoltre, le donne cristiane indosseranno una spilla color fucsia con lo slogan: “Uguaglianza. Punto. Amen.” (Gleichberechtigung. Punkt. Amen.).

Frutti del primo sciopero
Il primo sciopero femminile in Svizzera risale al 14 giugno 1991 e fu tutt’altro che simbolico. Circa mezzo milione di donne smisero di lavorare e scesero in strada per chiedere uguali diritti. Fu la più grande azione nel suo genere dallo storico sciopero generale del 1918 (che vide soprattutto lavoratori maschi incrociare le braccia), e che diede un impulso significativo alla legge sulla parità. Ventotto anni dopo, la storia si ripete: «ancora non ci siamo», dicono le promotrici dello sciopero, soprattutto sul fronte dell’uguaglianza salariale.

Tratto da voceevangelica.ch