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Riconoscere i propri limiti

O Dio, Tu conosci la mia stoltezza, e le mie colpe non ti sono nascoste
Salmo 69, 5

Liberaci dal maligno
Matteo 6, 13

Il Salmo racconta un’esperienza triste e dolorosa. Attribuito a Davide, esso si riferisce ad uno dei momenti difficili della sua vita: gli anni in cui era fuggiasco e ricercato dal re Saul o il periodo drammatico della ribellione del figlio Absalon.

Quest’uomo si trova sull’orlo della depressione, e sta vivendo un’esperienza sconfortante che fa vacillare le sue sicurezze. Purtroppo, anche se in modo non così marcato, ciò può avvenire anche a noi. False accuse, torti subiti, odio gratuito, la sensazione di affondare nelle sabbie mobili. Abbandono e solitudine sono le conseguenze di questa situazione, in cui non si può contare nemmeno sull’appoggio e la comprensione di famigliari e amici.

Il primo passo di Davide, dopo aver gridato la sua disperazione per il comportamento delle persone intorno a lui, è quello di esaminare se stesso e la propria vita. Non reagisce colpo su colpo contro chi lo denigra, ma, dopo aver fatto emergere con lucidità le ingiustizie subite, ed espresso il suo sconforto, fa un autoanalisi e non si assolve. Ognuno di noi ha momenti in cui si comporta stoltamente, nessuno è esente da colpe.

Questo deve essere ammesso con sincerità e senza indulgenze, sapendo che nulla può essere nascosto a Dio. Tutti abbiamo dei limiti: dobbiamo riconoscerli confidando nella comprensione e nell’aiuto del Signore. Non è facile, ma superbia e orgoglio non possono sussistere davanti alla sapienza del nostro Creatore. Questo è il primo passo.

Il secondo passo è rivolgersi a Lui perché ci sostenga: “Il tuo soccorso, o Dio, mi porti in salvo” (v. 29).

Il terzo passo è lodare comunque fiduciosamente il Signore: “Celebrerò il nome di Dio con un canto, lo esalterò con le mie lodi” (v. 30)

Qualcuno può pensare che questa sia una forma pietistica di evasione, di deresponsabilizzazione. È invece un cammino di risalita, di ripresa di forza, di ricostruzione di impegno. Diceva Cromwell alle sue truppe: “Abbiate fede in Dio, ragazzi miei, e tenete le polveri asciutte”.