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Cappellani sì…in Germania

Cappellani sì, cappellani no, un dibattito che interessa diversi contesti e diversi Paesi. Dagli ospedali alle carceri, all’esercito, al diritto (o meno) di avere un’assistenza spirituale nel momento dell’esecuzione (è il caso recente di un buddista negli Stati Uniti).

In Germania, l’esercito ha aperto alla possibilità per ebrei e musulmani di avere i loro cappellani: lo si apprende da un articolo pubblicato da Protestinter, citando a sua volta un editoriale del Frankfurter Allgemeine Zeitung, che sottolinea che questo fatto, se nel secondo caso costituisce una novità, nel primo è il ripristino di una situazione preesistente.

Fino alla prima guerra mondiale, infatti, i soldati tedeschi ebrei avevano il loro rabbino. Secondo lo storico Michael Wolffsohn (citato nell’articolo) furono in 100.000 a combattere per la Germania nella Grande Guerra, salvo poi essere perseguitati e uccisi pochi anni dopo. Lo stesso papà di Anna Frank, Otto, costretto a fuggire in Olanda dalla Germania nazista (e poi unico della famiglia a sopravvivere), aveva combattuto sul fronte occidentale (chiamato alle armi nel 1914) come sottotenente ed era stato decorato con la croce di ferro.

Dopo gli orrori del nazismo e della Shoah gli ebrei furono esentati dal servizio militare, ma dal 2011, dopo l’abolizione della leva obbligatoria, alcuni sono entrati a farne parte e oggi sono in 300.

Secondo Joseph Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, autore dell’articolo del Frankfurter Allgemeine Zeitung citato sopra, è ora di reintrodurre i cappellani ebrei nell’esercito. Anche per Wolffsohn l’esenzione non ha più motivo di esistere, nella Germania democratica di oggi, perché costituirebbe una sorta di “legge razziale in positivo”.

Si tratta per Schuster di «un segno della fiducia crescente della comunità ebraica verso le forze armate», un segno che è stato molto apprezzato anche dal Ministro della Difesa, Ursula von der Leyen, riconoscente per il crescente impegno degli ebrei nell’esercito.

Attualmente, tra i militari che si dichiarano credenti, 53.000 sono protestanti e 41.000 cattolici, e finora erano gli unici a poter avere un cappellano; ora lo potranno fare anche i 3000 musulmani arruolati, con imam “a contratto” con il Ministero della Difesa, e appunto i 300 soldati ebrei. Per entrambe le religioni, i cappellani (indicati, come per i cristiani, dalle comunità stesse) avranno anche il ruolo di controllo sull’alimentazione, potendo certificare se i cibi sono kasher halal.

Secondo la ministra von der Leyen (si legge ancora su Protestinfo) si tratta di un passo importante per opporsi alla «polarizzazione religiosa e al settarismo», in un momento storico in cui crescono l’intolleranza e l’antisemitismo. Il radicalismo è però una minaccia anche all’interno dell’esercito, dove qualche centinaio di tedeschi di estrema destra sono sotto indagine e alcuni sono già stati espulsi. I timori riguardano però anche i nuovi consiglieri spirituali musulmani: quale orientamento avranno, se si considera che la maggiore organizzazione musulmana tedesca è molto vicina alla Turchia di Erdogan?

Foto via Flickr (licenza Creative Commons CC BY-ND 2.0)