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Un bivacco «Salvasera»

Il colletto del Palavas è un valico a 2610 poco frequentato, nell’alta val Pellice, nel secondario vallone dell’Urina. Valico di confine si affaccia sulla francese alta valle del Guil e si raggiunge con una lunga camminata, passando, solitamente dalla Conca del Pra.

Sara Salvatico, mancata prematuramente di infarto a 45 anni, era educatrice professionale presso il dipartimento di patologie delle dipendenze dell’ASL To 2 e viveva e lavorava nel quartiere di San Salvario. Poco più che ventenne, giovane universitaria, iniziò a lavorare in una piccola comunità sulla collina torinese che accoglieva persone malate di Aids. Il suo impegno era volto a restituire dignità agli ultimi mesi di vita di tanti ragazzi tossicodipendenti che accompagnava alla morte. Apparentemente non c’è una connessione logica fra il colletto e Salvatico ma in realtà fra pochi mesi, si ipotizza entro l’estate, un piccolo bivacco alpino verrà costruito sul valico di confine per ricordare Salvatico.

A proporlo è un gruppo di amiche e amici, conoscenti, famigliari e colleghi, con la passione comune per la montagna. «L’idea di donare un bivacco all’alta montagna e intitolarlo a Sara porta con sé molte delle sue caratteristiche. L’accoglienza, il senso di ospitalità, l’ascolto e il conforto. Un bivacco è un luogo di raccoglimento, in cui ascoltare e ascoltarsi, un riparo e un ristoro per chi ha affrontato la salita di una montagna. Proprio nella sua funzione primaria di sollievo e rifugio, è un luogo che assomiglia a Sara. Crediamo che possa servire da appoggio o stallo per le persone che abitualmente percorrono le montagne della val Pellice e per chi ha amato Sara, per trovarla in uno dei luoghi che amava lei. In val Pellice, metaforicamente a metà strada tra Verzuolo e Torino, tra le radici di Sara e il posto in cui aveva scelto di vivere» in questo modo viene spiegata la scelta di creare un punto di ricovero.

La scelta della zona del Palavas è avvenuta di concerto con il Cai Uget Valpellice, il Comune di Bobbio Pellice e Roby Boulard, guida alpina e gestore del rifugio Jervis, punto d’appoggio più vicino al futuro bivacco. In questa zona infatti mancava qualcosa di simile, sia esso un ricovero d’emergenza o base per le scalate sul monte Palavas. «Si tratta di un padiglione 4 x 4 x 4 mt. con struttura in abete lamellare. Il rivestimento esterno è in acciaio corten in modo da limitare l’impatto paesaggistico del manufatto. Il bivacco poggia su due travi d’acciaio fissate alla roccia. Lo spazio interno prevede 8 posti letto disposti su due livelli e uno spazio più “conviviale” con panche e tavoli. Una grande finestra angolare illumina lo spazio, connette con il paesaggio esterno e rinforza l’idea di un luogo che sia qualcosa di più di un semplice “dormitorio” ad alta quota» spiega dall’associazione. Il bivacco sarà costruito a Sampeyre e poi smontato pezzo per pezzo per essere trasportato in elicottero in alta val Pellice. Maggiori informazioni (e un eventuale donazione per sostenere le spese) si possono trovare su Facebook (Associazione Salvasera).