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Quando il sole illumina i musulmani e cristiani indiani

Hyjazie è una studentessa sciita musulmana del Canada, insieme a Shia, cristiana presbiteriana proveniente dall’India, sono insieme sotto il sole del lago di Ginevra e con loro c’è uno sviluppatore di software di Montreal, musulmano sciita. Li raggiunge anche il pastore Abhishek Prabhakar John della Chiesa Presbiteriana di Manipur (India) con altri due studenti e seminaristi interreligiosi. Sono parte di gruppo più ampio, 26 studenti incontratisi a Ginevra per partecipare a un Seminario congiunto (20-23 marzo) promosso dal Centro islamico internazionale d’Inghilterrae dall’Istituto ecumenico del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) di Bossey.

«Il sole sorgeva lentamente dietro la montagna. I suoi raggi brillavano come nei testi sacri. Abbiamo pregato insieme con una preghiera musulmana e una cristiana. Quando il fratello cristiano ha terminato la preghiera, il sole è apparso da dietro la montagna», rileva Hyjazie raccontando la loro esperienza alla fine del seminario.

Otto studenti di Bossey provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo, Georgia, India, Nigeria, Romania e Ucraina; glia altri, gruppo musulmano sciita provenienti dall’Argentina, dal Canada, dall’Iran, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti.

Gli studenti hanno definito quest’esperienza un arricchimento spirituale e amicale, un incontro che ha fatto fare passi in avanti al dialogo comune e aperto prospettive «per rendere il mondo, un posto migliore e condividere il tempo sacro insieme».

«Siamo andati al lago correndo; le amicizie sono la bellezza di questo programma», ha detto il pastore Prabhakar John.

Lawrence Iwuamadi, decano accademico dell’Istituto Ecumenico ha rilevato: «Éstato il primo incontro di studenti provenienti da diverse tradizioni. Questa nuova dimensione è parte di uno sforzo che stiamo compiendo per rispondere alla chiamata del pellegrinaggio di giustizia e pace, che invita a camminare insieme con i popoli di altra fede. Non è più possibile affrontare l’ecumenismo in isolamento, ignorando l’aspetto interreligioso. L’Istituto ecumenico continua a perseguire questa prospettiva più olistica sulla formazione ecumenica», ha affermato Iwuamadi.