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India. Protestanti e ortodossi pregano per il nuovo governo

900 milioni circa di aventi diritto al voto: ecco perché le elezioni indiane dureranno diverse settimane, tra aprile e maggio, e porteranno all’elezione dei 543 membri del parlamento indiano che a loro volta eleggeranno il prossimo primo ministro. 

Grande favorito per la riconferma l’attuale primo ministro, il nazionalista Narendra Modi con il suo partito Bjp, mentre molto staccato pare essere Raul Gandhi, figlio di Rajiv e Sonia Maino.

Con lo slogan “Il tuo voto è la tua voce” il National Council of Churches in India (Ncci), il più grande forum indiano di chiese protestanti e ortodosse, ha promosso una settimana di preghiera per il nuovo governo. L’iniziativa – che è cominciata il 24 marzo e terminerà il 30 marzo – invita i cristiani, che in questi anni sono diventati vittime di violenza settaria, a pregare per la formazione di un governo che promuova i valori della democrazia.

I cristiani, che in tutta l’India rappresentano il 2,3% della popolazione, potrebbero fare la differenza in alcuni Stati dove hanno la maggioranza. Vescovi e leader laici però, al contrario dei movimenti nazionalisti indù che spingono per una polarizzazione del voto lungo linee confessionali, invitano a scegliere candidati onesti, che lavorino per lo sviluppo del Paese.

Dal punto di vista costituzionale, sottolinea il forum del Ncci, «lo Stato indiano non può avvantaggiare alcuna religione, né di maggioranza né di minoranza. L’attuale tendenza a polarizzare la popolazione in nome della religione per scopi politici deve essere contrastata». Per questo protestanti e ortodossi ricordano le caratteristiche del Paese, così come stabilite dalla sua Carta fondamentale: «Una repubblica democratica, sovrana, socialista e laica, che non discrimina le persone in base a religione, casta, lingua, genere, etnia».

Il Consiglio cristiano ringrazia i padri fondatori, che hanno redatto una Costituzione «che garantisce uguali opportunità per tutti». Per questo, sottolineano, «l’India non può tollerare nessuna forma di espressione autoritaria. È imperativo per noi avere un governo in India che sostenga i valori laici e democratici».

L’iniziativa di protestanti e ortodossi si aggiunge all’appello del cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), che ha affermato: «Votare è un obbligo sacro: fatelo in modo saggio».