20190319_185440

Una fiaccolata contro l’islamofobia

In risposta al terribile attentato avvenuto il 15 marzo presso la Moschea di Masjid Al Noor e il centro islamico di Linwood a Christchurch in Nuova Zelanda, in cui hanno perso la vita 50 persone, ieri alle ore 18,30 si è svolta nel quartiere Centocelle di Roma una fiaccolata contro il terrorismo religioso. La manifestazione è stata promossa dall’Associazione culturale islamica in Italia – Moschea Al-Huda, che è presente sul territorio da oltre vent’anni e che conta il maggior numero di fedeli islamici di Roma. In piazza si sono ritrovate circa cento persone che hanno voluto esprimere la netta condanna del gesto di inaudita violenza compiuto in Nuova Zelanda e la sincera solidarietà verso la comunità islamica.

Come ci racconta al telefono Herber Anders, pastore della chiesa battista di Roma-Centocelle, al microfono si sono alternati diversi interventi che sono stati moderati da una donna della comunità islamica. Hanno preso la parola rappresentanti della parrocchia di San Felice, del locale gruppo dei Focolarini, del Partito democratico e del V Municipio. Molti di essi si conoscevano già, in quanto da tempo ci si incontra e si lavora insieme all’organizzazione di eventi ecumenici e interreligiosi.

Mohamed Ben Mohamed, Imam della Moschea Al-Huda, oltre a condannare la barbarie di quella violenza avvenuta contro dei fedeli riuniti in un luogo di culto, ha commentato il versetto «Se alzerai la mano contro di me per uccidermi, io non l’alzerò su di te: io temo Allah, il Signore dei mondi» (Corano 5 vers. 28), sottolineando che nel Corano è chiaramente espresso il principio che a violenza non si risponde con altra violenza.

Con diversi accenti tutti coloro che hanno preso la parola hanno richiamato: la voglia di stare insieme, l’impegno ad abbattere muri di separazione, la tolleranza per le religioni, la pace, la nonviolenza, e il rispetto per il culto nelle diverse forme in cui si presenta.

Nel suo intervento il pastore Anders ha sottolineato che l’attentatore su una delle sue armi aveva inciso il nome di Luca Traini che nel febbraio del 2018 ha sparato contro dei migranti a Macerata, ferendo 6 persone di diverse nazionalità africane, e che tra i riferimenti del killer c’era anche Anders Breivik, il norvegese che nel 2011 sparò contro dei giovani che stavano partecipando ad un campus politico organizzato dal Partito laburista norvegese sull’isola di Utøya. «L’elemento che unisce i vari attentati è l’idea che si sta meglio da soli, separati, isolati che insieme – ha riferito Anders –. Invece con la nostra presenza alla fiaccolata abbiamo voluto testimoniare che siamo convinti del contrario. Il nostro ringraziamento va alla moschea di Al-Huda per averci invitato a manifestare il nostro “essere insieme” e la pace tra le religioni. Negli anni dei nostri contatti e dialoghi è cresciuta la stima personale e istituzionale».

Il pastore Anders ha poi condiviso la dichiarazione rilasciata all’indomani della strage dalla Conferenza delle Chiese in Europa: «Le nostre preghiere sono con le vittime, le loro famiglie e le loro comunità, il razzismo non deve riuscire ad instillare nelle nostre menti l’immagine di essere separati o divisi, come se ci fossero dei confini di razza o religione che ci mettono gli uni contro gli altri».

In occasione della fiaccolata il presidente dell’Ucebi, Giovanni Arcidiacono – che si trovava fuori Roma per impegni precedenti – ha inviato un messaggio di solidarietà all’Imam della Moschea Al-Huda. «Come presidente dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia vorrei esprimerle il profondo cordoglio da parte mia e delle Chiese che rappresento: siamo vicini a lei e a tutta la comunità musulmana di Roma e, in particolare di Centocelle, con cui la nostra chiesa battista dell’Alessandrino ha avuto frequenti e cordiali rapporti. (…) Possa il Dio della pace che unisce donare conforto a lei e a tutti i fratelli e le sorelle musulmani scossi da questo barbaro atto di violenza omicida».