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Storie in movimento

La mostra Storie in movimento si inserisce nel progetto Milano città mondo che nasce insieme al Museo delle Culture, e consiste in una indagine storica e antropologica sul territorio. Una ricerca che da poi vita a una mostra e a un palinsesto di attività. L’oggetto dell’indagine sono le comunità straniere residenti nella città di Milano, con le loro complessità e le modalità di interazione con la città che li accoglie. La ricerca permette al museo di non focalizzarsi solo su aspetti legati al passato, legati al patrimonio storico delle collezioni acquisito dal comune di Milano nel corso degli anni, ma permette un rapporto vivo con le culture del mondo che arricchiscono la realtà milanese.

La curatrice della mostra, Giorgia Barzetti, commenta: «Sta nella natura del museo parlare di spostamenti e di storie in movimento, per attualizzare un presente che può anche essere fatto di criticità e contrasti. Il Mudec è un’istituzione che nasce per educare e fornire punti di riflessione e valorizzazione attraverso il propio patrimonio e può dare ai cittadini degli strumenti utili per conoscere delle realtà contemporanee con le quali magari non ci si trova sempre in contatto, e sulle quali vengono costruiti dei pregiudizi. La nostra attività è volta a una conoscenza in positivo delle culture, delle usanze, delle tradizioni di tutta quella varietà di nuovi cittadini che vivono e animano la nostra Milano».

C’è stata l’edizione dedicata al’Eritrea e all’Etiopia, poi la Cina, l’Egitto e quest’anno il Perù. L’aspetto interessante è che non si da attenzione solo allo spostamento della cultura peruviana a Milano, ma anche il contrario, a una serie di personaggi che dall’Italia si sono spostati verso il Sud America. Ogni anno le mostre assumono un carattere diverso in base alle specificità dei rapporti tra Milano e il paese preso in considerazione. Continua Giorgia Barzetti: «È interessante per noi sottolineare come in questa edizione nello specifico, il movimento non sia mai unilaterale. Così come tra la fine del XX e l’inizio del XI secolo il movimento è stato caratterizzato da un arrivo a Milano, in passato la migrazione da parte dei cittadini italiani e milanesi verso il Perù è stata forte e molto presente»

C’è un focus sulla vita di Antonello Gerbi, storico ed economista, che fu costretto ad andare in Perù nel 1938 a causa della promulgazione delle leggi razziali. Un caso che dimostra che i movimenti sono ambivalenti e che le motivazioni possono essere le più svariate. C’è chi fu costretto e chi invece scelse di spostarsi dal Perù all’Europa come Jorge Eduardo Eielson, poliedrico artista che scelse l’Italia come suo paese d’adozione.

L’ultima sezione della mostra offre un quadro più variegato che mostra le storie in movimento contemporanee. Si racchiudono al loro interno le scelte e le motivazioni dei cittadini peruviani a Milano attuali che possono aver deciso di spostarsi dal proprio paese di origine liberamente oppure costretti da circostanze storiche e politiche che hanno caratterizzato la vita del Perù negli ultimi 50/70 anni.

La mostra continua fino al 14 luglio.