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Più di 700 luoghi di culto riconosciuti dal governo in Egitto

Un grande passo in avanti per gli 8 milioni di copti egiziani. Martedì, 5 marzo, la possibilità di utilizzare oltre 700 chiese è stata ufficialmente autorizzata dal governo egiziano. Il consiglio dei ministri, presieduto dal primo ministro Mostafa Madbouli, ha approvato il rapporto presentato dal comitato per la regolarizzazione, il restauro e la costruzione di nuove chiese, rapporto che consente l’uso di 753 locali. Questi sono soggette ora al controllo della commissione governativa incaricata di verificare il rispetto delle norme standard.

Il processo di regolarizzazione dei luoghi di culto cristiani, costruito nel passato senza i regolari permessi, sta accelerando. Entro il 2020, potrebbero essere altre 700 i nuovi luoghi di culto regolarizzati, secondo quanto previsto dal governo e dalle fonti ecclesiastiche, come riportato dal sito Fides. 

Tutto ciò è la conseguenza di una legge approvata nell’agosto 2016, ratificata dal Parlamento, sulla costruzione di edifici cristiani. Sono state ampliate le 10 condizioni esistenti che risalivano a norme datate 1934. Queste proibivano la costruzione di chiese vicino a scuole, canali, edifici governativi, ferrovie e aree residenziali. La rigida applicazione di questa regola ha spesso impedito la costruzione di locali, in particolare nell’Alto Egitto, causando forti tensioni.

In considerazione del lungo e complesso processo, molte chiese sono state costruite spontaneamente, senza permessi, negli ultimi decenni. Ancora oggi questi edifici, realizzati da comunità cristiane locali, talvolta fungono da pretesto per i gruppi islamisti per fomentare la violenza settaria contro i cristiani. Ora questo nuovo passo, che punta a normalizzare le relazioni con la comunità copta egiziana.