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Gli attori passano, la filodrammatica resta

Continuo a pensare alla rappresentazione della filodrammatica a Pramollo, la sera del XVII Febbraio, con replica la settima successiva. Sempre tutto pieno. A dire il vero più che la pièce mi ha colpito il pubblico, stipatissimo, nella sala valdese. Un centinaio di persone. Davanti file di bambini e bambine, sono il vivaio. Alcuni di loro partecipano alla «filodrammatica primavera». 

Negli anni della scuola domenicale e del catechismo ci si prepara a recitare un pezzo forte per la Festa dell’Albero. Dietro di loro file di adolescenti, giovanotti e ragazze, che smanettano sul loro smart-phone nella pausa tra un atto e l’altro. Nelle file dietro ai più giovani trovano posto adulti e anziani, tanti anziani. In attesa dell’inizio chiacchero con i vicini. «Anch’io ho recitato in questa sala per molti anni – mi racconta una signora – quello di stasera pare essere un bello spettacolo, hanno lavorato tanto». 

Finalmente si comincia con la nuova pièce: «Ciak …si raggira!». Sul palco del piccolo teatro appare il pastore Davide Ollearo con tanto di baffi e un’aria disincantata. Rivolgendosi al pubblico ricorda che siamo una chiesa e quindi invita a rivolgere al Signore una preghiera. Cala un silenzio attento. La preghiera è breve, esprime la riconoscenza di potere essere, ancora una volta, insieme per una serata divertente. E in effetti, (non ho qui lo spazio di raccontare la trama) la pièce ritmata da dialetti siciliani, romani, piemontesi… racconta di truffe, dabbenaggine, voglia di protagonismo che affligge tanti di noi. Si ride a crepapelle. Scopro un «altro» pastore Ollearo. Non più ingessato, serioso, ma strabordante di   sorprendenti capacità mimiche. E giù risate. Una ventina di comparse ritmano lo spettacolo. Alla fine ci siamo tutti spellati le mani. 

Non sono più i tempi del dopoguerra con i drammoni, ricordo per tutti «Sangue valdese». In quegli anni si andava sul pesante celebrando il passato in termini elogiativi. Oggi si rappresentano cose leggere, ma sagaci, con battute a non finire. La cosa sorprendente è che si conoscono tutti. È un intero paese che è capace di divertirsi in una modalità che non ha nulla di professionale. Ottiene però risultati straordinari. Lo «zoccolo duro» è rappresentato dai settantenni, ottantenni che nel passato hanno calcato le scene sul piccolo palco. Atmosfera divertente dove la pièce teatrale, svolta in una scenografia «povera», è solo la scusa per stare ancora una volta insieme. 

Dopo 17 anni l’attore principale sta per partire. Crolla tutto? «Lascio con dispiacere questo gruppo in cui mi sono sempre trovato bene, ci siamo divertiti. A Pramollo la Filodrammatica valdese esiste da sempre, continuerà a produrre cose nuove. Concludo quest’esperienza con gratitudine per quanto siamo riusciti a costruire insieme per la testimonianza della chiesa e nella certezza della sua stabilità». E giù lacrime…