manifestazione_di_cpi_a_bolzano

Divise naziste e saluti romani, tutti assolti

Il fatto non sussiste. Assolti dal Tribunale di Milano i tre membri dell’associazione di estrema destra “Combattenti 29esima divisione granatieri Waffen-SS”, accusati di apologia di fascismo a seguito dell’ennesima sfilata commemorativa, con divise e simboli nazionalsocialisti, al Cimitero maggiore di Milano il 24 aprile 2016. Sono anni che attorno ai giorni della festa della Liberazione o del Primo novembre, schiere di nostalgici sfilano nel campo X del cimitero meneghino, il luogo dove si trovano le tombe di molti combattenti della Repubblica di Salò. Ex combattenti repubblichini, esponenti della X Mas in compagnia delle nuove generazioni, teste rasate e schieramento militare. Ogni volta fra l’indignazione delle istituzioni che raramente sono però intervenute per impedire i raduni, sempre conditi da saluti romani, il “Presente” o “Sieg Hell”, come documentato in vari video tristemente noti.

La causa era stata intentata dall’Osservatorio sulle nuove destre sulla base della violazione dell’articolo 5 della legge Scelba, che sanziona chi compie manifestazioni che richiamano il disciolto partito fascista o le organizzazioni naziste. Ma per il giudice Maria Angela Carmela Vita il fatto non costituisce reato. Disposta anche la restituzione del materiale sequestrato all’epoca dei fatti: il labaro delle Waffen-SS, berretti, divise e altro materiale “nostalgico”.

L’assoluzione è giunta nonostante gli imputati abbiano dichiarato di riconoscersi «nell’ideologia nazionalsocialista». L’ANPI Provinciale di Milano interviene con una nota per commentare «questa gravissima sentenza con la quale si legittima l’esibizione in luoghi pubblici di emblemi del Terzo Reich e delle SS. L’assoluzione dei tre imputati offende profondamente Milano, capitale della Resistenza, e l’intero Paese».

Come ricorda su La Repubblica Paolo Berizzi, giornalista che da anni studia le nuove destre in Italia e che da inizio febbraio 2019 è sotto scorta per le pesante minacce ricevute proprio dalla sempre più estesa galassia di gruppi neo fascisti, ci fu un altro caso giudiziario simile, a seguito della manifestazione di Casa Pound sempre al Cimitero Maggiore nell’aprile 2017, con un saluto romano collettivo messo in atto dagli almeno mille partecipanti, con tanto di servizio fotografico pubblicato sui social media. Ma anche in quel caso il tribunale stabili che si trattò di una commemorazione funebre e nulla più. Come testimoniato da articoli, libri e studi, rievocazioni, parate, sfilate che si richiamano al fascismo e nazismo sono in aumento esponenziale nel nostro paese. Le norme esistono, legge Scelba datata 1952 e la legge Mancino del 1993, e nel definire cosa siano le manifestazioni di stampo fascista sono ben chiare.

Sono stati gli interventi del potere giudiziario oltre che di quello politico a smontarne l’efficacia. L’ultimo intervento  in ordine di tempo è datato 14 dicembre 2017 ad opera della Corte Costituzionale: i giudici nella sentenza n. 8108 hanno di fatto escluso la chiamata del “Presente” e il saluto romano, in quanto non lesive per l’ordinamento democratico. Un crinale estremamente pericoloso, sul quale rischiano di scivolar via le nostre garanzie democratiche. E dal quale invece riemergono segnali dal buio più profondo della nostra storia.