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Famiglie, il cuore delle chiese

Brescia, in posizione strategica ma soprattutto sede di una comunità protestante riccamente interculturale e attenta ai più giovani, è stata scelta per l’VIII Forum del secondo Distretto delle chiese metodiste e valdesi (nord Italia) del prossimo sabato 2 marzo. 

Il tema, la «trasmissione delle lodi del Signore alle nuove generazioni», oggetto di un atto della Conferenza distrettuale 2018, nasce anche dall’urgenza sottolineata in una lettera alla Commissione esecutiva distrettuale dalla pastora Ulrike Jourdan (Servizio istruzione ed educazione della Fcei, co-organizzatore del Forum insieme alla Ced).

Quello della scuola domenicale e dei bambini è infatti «un tema sistematicamente delegato (dai genitori alle istituzioni, dai pastori ai monitori…)», commenta il pastore Winfrid Pfannkuche, che introdurrà la giornata, la cui urgenza emerge anche dalla ricerca sociologica Risorse secondo cui il 20% delle chiese del II distretto (che sono una cinquantina) non ha una scuola domenicale: «Un dato estremamente preoccupante per il futuro, che rispecchia la realtà demografica che viviamo; l’esperienza familiare con i bambini è sempre più marginale, forse anche la conseguenza di una società così tecnologica e concentrata sul presente, per non dire “ostaggio” del presente. La nostra etica protestante diceva “facciamo in modo che i nostri nipoti abbiano un mondo diverso”: in questo tempo a maggior ragione dobbiamo occuparci di questo tema».

Il secondo distretto vive una situazione particolare, quella di «Essere chiesa insieme», caratterizzata dall’interculturalità che influenza anche i rapporti fra le generazioni, commenta il pastore Pfannkuche: «Anche in questo contesto si doveva e si deve operare con più attenzione a un’etica protestante che tende al bene dei nostri figli e nipoti. Magari alcune cose oggi non si possono attuare, ma lavorando insieme, a partire dalla scuola domenicale e non guardando solo ai risultati immediati, i frutti ci saranno». Nelle chiese, soprattutto del secondo distretto, spiega Pfannkuche, «si sono sovrapposti due temi diversi, quando abbiamo parlato di omosessualità, di coppie dello stesso sesso, non siamo riusciti con i fratelli ghanesi e le varie componenti delle nostre chiese ad affrontare il tema delle famiglie. Questo forse è il momento di rimetterlo al centro, qui si gioca tra l’altro il tema del sacerdozio universale dei credenti: pensiamo che i primi catechismi protestanti non erano rivolti ai vescovi, come nella chiesa cattolica romana, ma alle famiglie».

Un altro problema sottolineato da Pfannkuche riguarda la composizione di molte chiese protestantial di fuori delle valli valdesi (dove la situazione storico-culturale è assai diversa): un’alta percentuale di membri, a volte la maggioranza, arriva dal cattolicesimo. I loro ricordi non includono quindi la scuola domenicale e il catechismo come li intendiamo noi, anzi a volte si realizza una sorta di cesura rispetto al passato, viene quindi a mancare la trasmissione della propria esperienza ai più giovani. Senza contare che talvolta i nuovi membri sono, osserva Pfannkuche, persone in ricerca, che magari frequentano solo per qualche anno, senza portare con sé una famiglia.

Nella situazione descritta, il coinvolgimento delle famiglie, spesso marginalizzate, appare quindi centrale; nelle chiese sono già nate iniziative come il “culto col ciuccio” (destinato alle famiglie con bambini piccoli) o, ricorda ancora Pfannkuche, il nido che consente ai genitori di partecipare al culto (un servizio che sarà messo a disposizione anche il giorno del forum).

«È necessaria questa presa di coscienza che il cuore della chiesa sono le famiglie», insiste Pfannkuche, «dobbiamo diventare attraenti per famiglie giovani», stimolando le chiese a coinvolgere nuclei che finora sono rimasti, per vari motivi, ai margini della vita della chiesa. E questo vale non soltanto per il secondo distretto, ma a livello nazionale (valli valdesi comprese).

Proprio il coinvolgimento della famiglia è uno degli elementi cardine della Messy Churchun metodo ampiamente praticato nei paesi anglosassoni che sarà presentato al Forum (con la possibilità di sperimentarlo) dalla pastora metodista inglese Alison Walker, già in servizio alla chiesa metodista di Firenze e ora a Londra. Se l’idea di una “chiesa disordinata” (questo il significato letterale) non è facile da accettare per le comunità italiane, Pfannkuche osserva: «Non possiamo sempre partire con l’idea di essere così diversi dal resto del mondo da non poter riprendere l’idea da qualcun altro. Per una volta, partiamo dall’idea di essere universali, con sfide simili a quelle degli altri. Un elemento di novità può aiutarci a liberarci dagli schemi, ad aprirci alle sfide». La componente multiculturale delle nostre chiese, osserva il pastore, potrebbe aiutarci, in quanto per esempio i membri ghanesi, attraverso i loro parenti all’estero, hanno già dimestichezza con questo metodo.

Il programma della giornata, che comincerà alle 9,45, oltre all’intervento della pastora Alison Walker prevede l’introduzione del pastore Winfrid Pfannkuche, la riflessione biblica della pastora Ulrike Jourdan, alcune esperienze positive delle scuole domenicali del secondo distretto, per condividere buone pratiche da riportare nelle comunità. Nel pomeriggio, per aprire il tema anche all’ambito giovanile, alcuni ragazzi racconteranno le loro esperienze dalla scuola domenicale al ruolo di monitori, sempre nell’idea di trasmettere le esperienze positive a beneficio degli altri.

Le iscrizioni al Forum, che è aperto a tutte le persone interessate, vanno fatte ENTRO IL 17 FEBBRAIO scrivendo a wandaced2@icloud.com.

(Foto: via Bixabay)