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Etiopia. Progetti a favore degli sfollati interni

Nel sito di Burka Dare per sfollati interni (IDPs) nella regione di Oromia in Etiopia, Halima Ismael spiega perché ha lasciato la sua casa nella vicina regione dei Somali: «Abbiamo lottato a lungo per proteggerci. Molti dei nostri fratelli sono morti e alla fine siamo dovuti fuggire durante la notte abbandonando la nostra casa, la mia famiglia e i nostri vicini a Daka. Quando siamo arrivati qui, non avevamo nulla. Abbiamo lasciato tutto alle nostre spalle».

L’insediamento nell’area amministrativa di Seweyna si trova nella zona di Bale, a circa 750 chilometri dalla capitale Addis Abeba. È una delle cinque regioni in Etiopia, dove la Federazione Luterana Mondiale sta realizzando progetti a favore degli sfollati interni a causa del clima e dei conflitti etnici che sono diventati fattori chiave per lo spostamento interno della popolazione; in particolare le comunità pastorali sono costrette a lasciare le loro terre di origine in cerca di acqua, cibo e nuovi pascoli. 

Nelle regioni di Oromia e Somali, attualmente la Flm assiste 83.905 sfollati interni (38.956 uomini e 44.949 donne).

Attraverso il suo programma per paese, la Flm risponde a questa emergenza fornendo acqua, servizi igienico-sanitari, e promuovendo iniziative di sviluppo e potenziamento a lungo termine.

A Bale, in particolare, la Flm lavora in cinque distretti, quattro dei quali sono classificati come punti caldi. Uno dei progetti si rivolge a 22.908 persone (11.496 donne, 11.412 uomini) a Rayitu e Seweyna, con il sostegno del Fondo umanitario etiopico (EHF) e dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA).

Le pianure di Bale sono sottoposte a forti stress idrici, spiega il responsabile del progetto Dereje Teka: «A Seweyna non c’è acqua. C’era un fiume a quattro chilometri di distanza, ma si è seccato pochi mesi fa, quindi ora l’unica opzione è il trasporto d’acqua».

La Flm sta supervisionando la costruzione in quell’area di tre stagni da 10.000 metri cubi, che una volta riempiti dalle piogge stagionali, forniranno acqua nei mesi più secchi dell’anno.

Dereje Teka conclude: «Le comunità che abbiamo scelto di sostenere […] sono in grado di verificare le proprie risorse, e conoscono il loro potenziale. Queste persone nutrono ancora il grande sogno di ricostruire le proprie vite».